Lavoro nero, la Guardia di Finanza alle feste vip del Carnevale

Lunedì 28 Febbraio 2022 di Nicola Munaro
Il Carnevale di Venezia è tornato (ieri a San Marco) e con esso le feste nei palazzi
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VENEZIA - Il Carnevale della ripartenza veneziana finisce sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di finanza.

Controlli dopo controlli, sera dopo sera, i militari delle fiamme gialle di Venezia si stanno presentando alle feste vip organizzate nei palazzi della città d’acqua con l’obiettivo di verificare che, per quanto riguarda i lavoratori impiegati, tutto sia in ordine dal punto di vista fiscale e contrattuale.

I BLITZ
Nel mirino della Guardia di finanza di Venezia sono finite soprattutto le feste dei privati: appuntamenti mondani in maschera altamente esclusivi con i biglietti che costano diverse centinaia di euro. Cene ambite con ospiti vip che da tutta Italia - ma anche dal resto d’Europa e del mondo - raggiungono i palazzi affacciati sui canali per far parte della storia del Carnevale più bello del mondo e - in una sera - riviverne i fasti e le atmosfere. A queste feste, in queste sere di Carnevale - con la chiusura di ogni appuntamento fissata, come sempre, la sera di martedì grasso, cioè domani - hanno fatto capolino anche i finanzieri veneziani. I baschi verdi hanno controllato i livelli di sicurezza sul lavoro, le condizioni di lavoro del personale e soprattutto i contratti di assunzione di camerieri, addetti alla cucina, barman, servizi di guardiania che, come da regole fiscali, portano con sé anche il versamento di contributi all’Inps. Insomma, la finanza ha voluto accendere un faro sulle feste vip in maschera per contrastare sacche di lavoro in nero. 
Al setaccio è finito quindi ogni risvolto tributario, finanziario ed economico di un evento capace di richiamare a Venezia quasi 100 mila persone tra le calli, come nei tempi pre-pandemia quando la città d’acqua sentiva parlare tutte le lingue del mondo in occasione del Carnevale.

RIPRESA
“Remember the future”, il titolo scelto per la kermesse 2022, la prima dopo l’avvento del coronavirus che aveva stoppato l’edizione 2020 nella domenica grassa. Nel 2021 il Carnevale era stato soltanto virtuale e così l’appuntamento in presenza fissato dal 12 febbraio all’1 marzo 2022 si candidava, a ragione, a essere tra i più attesi e desiderati. Un particolare che ha fatto alzare ancora di più i livelli di controllo da parte della finanza, attenta a evitare fenomeni sommersi di possibile evasione fiscale.

PACCOTTIGLIA
Che il Carnevale sia al centro delle operazioni della finanza lo dimostra anche il sequestro di 70mila souvenir trovati in alcuni magazzini del Centro Ingrosso Cina di Padova. Calamite, bicchieri, portachiavi e altri piccoli souvenir pronti per approdare su bancarelle e scaffali dei negozi di Venezia nelle settimane del Carnevale. Su tutti gli oggetti campeggiavano vedute e monumenti della città lagunare, bandiere italiane e indicazioni di made in Italy, quando invece si trattava di merce prodotta in Cina. Il titolare dell’impresa che importava e vendeva il materiale è ora indagato con l’accusa di vendita di prodotti industriali con segni mendaci. A ridosso di festività e grandi eventi per il maxi-polo padovano del commercio orientale transitano milioni di articoli destinati a tutto il Veneto e, nei giorni scorsi, un controllo nella sede dell’attività di un grossista ha permesso di scoprire la merce non in regola.

Ultimo aggiornamento: 17:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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