Tassa di soggiorno in tutti i Comuni: a fare da apripista indicato Tarvisio

Giovedì 4 Aprile 2019 di Elisabetta Batic
Tassa di soggiorno in tutti i Comuni: a fare da apripista indicato Tarvisio
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TRIESTE - Ogni Comune del Friuli Venezia Giulia potrà istituire la tassa di soggiorno. È questa l'intenzione della Regione confermata dall'assessore alle Autonomie locali e sicurezza Pierpaolo Roberti - anticipata da un emendamento del centrodestra al disegno di legge leghista Misure urgenti per il recupero della competitività regionale da ieri all'esame del Consiglio regionale. La previsione che verrà discussa oggi ma probabilmente verrà stralciata perché la materia potrebbe essere oggetto di nuovo approfondimento da parte degli assessorati competenti porta la prima firma di Piero Camber (Fi) che risulta ufficialmente sospeso dalla carica in seguito alla condanna emessa dalla Corte d'Appello di Trieste nell'ambito del procedimento sui rimborsi percepiti dai gruppi consiliari.

A sottoscrivere l'emendamento anche Lega e Progetto Fvg. Adesso solo i Comuni turistici applicano la tassa di soggiorno ossia Grado, Lignano e Trieste. Uno dei primi Comuni intenzionati ad istituirla è Tarvisio. Il testo dell'emendamento parla chiaro: «Per garantire al turista elevati standard dei servizi senza aumentare i costi a carico della cittadinanza residente, i Comuni con popolazione superiore ai 30mila abitanti, quelli aventi un tasso di turisticità e le Uti possono istituire un'imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive o in immobili destinati a locazione turistica situati sul proprio territorio. Con un emendamento di Giunta, inoltre, viene ridotto il numero dei posti letto negli alberghi diffusi da 80 (limite minimo) a 60 in attesa di una ridefinizione complessiva della struttura ricettiva.
LO SCONTRO Scontro tra il Partito democratico e la maggioranza sulle competenze dei Comuni in materia di pianificazione territoriale. Attacca Diego Moretti (Pd): «Hanno tanto gridato contro le Uti salvo poi negare ogni autonomia ai sindaci nel governo dei propri territori». È stato infatti accantonato l'emendamento dem che chiede di introdurre una disposizione che tutela e garantisce l'autonomia comunale in materia di pianificazione urbanistica consentendo a sindaci e consigli comunali di avvalersi o meno degli strumenti derogatori proposti, potendo scegliere anche singole aree in cui applicarli o scegliere singoli strumenti. Secondo Moretti «è stata evidente la spaccatura del centrodestra che ha bloccato i lavori per oltre un'ora: con la prima legge toglie ai sindaci la competenza urbanistica. Con la loro norma, i Comuni non potranno di fatto intervenire sulle modifiche delle strutture ricettive e artigianali-industriali». A fargli eco è Cristiano Shaurli: «Centrodestra senza meta e senza guida, questa legge è una perfetta sintesi di confusione politica, dilettantismo e scarsa leadership del presidente». Critiche anche da Cristian Sergo (M5s): «Si continua ad affermare che non si vogliono nuovi grandi centri ma allo stesso tempo anche le norme contenute in questa proposta indicano dove è possibile insediare nuove aree commerciali prevedendo requisiti poco restrittivi: eppure ci sono strumenti legislativi a livello nazionale e direttive comunitarie per stabilire dove non realizzarle». Secondo Furio Honsell (Open Fvg): «Questa legge indebolisce il potere dei cittadini a fronte della prepotenza di chi in Consiglio regionale difende pericolosi interessi privati». «Attacchi inconsistenti che non trovano riscontro nel piano casa approvato che potrà essere modellato sui singoli territori dando fiducia ai sindaci», replica il capogruppo della Lega Mauro Bordin ma a rincarare è Massimo Moretuzzo (Patto): «Comuni espropriati della possibilità di scegliere quale assetto urbanistico e architettonico devono avere i loro territori». 

 
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