Udine. Terremoto per la destituzione del "papà" dei tamponi

Venerdì 10 Novembre 2023 di Camilla De Mori
L'ospedale di Udine

UDINE - Addii (e “destituzioni”) eccellenti in AsuFc, con una piccola (o grande, a seconda delle sensibilità) scossa tellurica interna.

A quasi un anno dal decreto di nomina (datato 28 ottobre 2022), con l’attivazione dei dipartimenti strutturali e il conferimento degli incarichi di direzione in attuazione del nuovo atto aziendale, due dei 19 nomi di professionisti indicati in quel provvedimento per le 20 posizioni apicali sono stati depennati nei fatti da quell’organigramma. 

IL CASO


Luca Lattuada, già in passato direttore medico facente funzioni del presidio di Udine (incarico recentemente attribuito in pianta stabile a Domenico Montemurro) oltre che al timone del Gervasutta, dal 1. novembre 2022 era stato promosso alla guida del dipartimento di Assistenza ospedaliera (nonché, all’epoca, ad interim al Cardio-toracico), punto di riferimento di tutti gli altri dipartimenti: l’uomo a cui i primari chiedevano le ferie, per intenderci. Orbene, da qualche giorno Lattuada ha un suo ufficio alla Direzione centrale Salute della Regione. «Sono stato chiamato dalla Direzione centrale. Sono l’unico “dinosauro” rimasto della vecchia guardia della sanità. Avevo già lavorato per 7 o 8 anni in Agenzia». Ora che è arrivato il nuovo direttore per Udine «abbiamo concordato questa soluzione», spiega Lattuada. Una soluzione concordata, quindi. Ma il caso che ha fatto probabilmente più rumore nei corridoi dell’ospedale udinese è soprattutto quello legato a Francesco Curcio, professore del Dame dell’Università di Udine, confermato dal 1. novembre 2022 alla guida del dipartimento di Medicina di laboratorio. Un nome noto anche al grande pubblico perché legato a doppio filo al grande sforzo collettivo dei sanitari durante gli anni durissimi della pandemia, quando, dall’oggi al domani, si cominciò a macinare analisi di tamponi a getto continuo, da poche centinaia a quasi 5mila (con punte di 6.500) al giorno. Quando i reagenti erano diventati merce rarissima in Italia, Curcio, con il suo staff, era balzato all’onore delle cronache per aver trovato un metodo di analisi in pool per risparmiare tempo e soldi (e quasi il 50% dei reagenti). Poi, il suo nome era stato legato al lancio dei test salivari “made in Friuli” grazie a una collaborazione pubblico-privato, tenuto a battesimo nel 2021 dal presidente Fedriga e dall’allora suo vice Riccardi. Ma già prima del Covid, Curcio aveva costruito il primo laboratorio unico interaziendale, quando l’azienda unica era ancora un miraggio.

IL DECRETO

Con un decreto del 7 novembre il direttore generale di AsuFc Denis Caporale, acquisito «il parere favorevole» del direttore amministrativo, di quello sanitario e del facente funzioni ai servizi sociosanitari, ha disposto «la decadenza dell’incarico di direttore del dipartimento strutturale di Medicina di Laboratorio» di Curcio. «In questo momento non è opportuno fare alcun commento», ha detto Curcio. E anche la direzione di AsuFc non ha inteso rilasciare alcuna dichiarazione. A parlare, invece, e con voce forte, è stato il rettore Roberto Pinton: «Sono stato informato della decadenza dall’incarico del professor Curcio a cose fatte e ho provveduto a mandare una comunicazione al direttore generale di AsuFc eccependo sulla procedura seguita perché non siamo stati consultati. C’è un protocollo d’intesa alla base (il riferimento è al protocollo d’intesa che regola i rapporti fra Regione e atenei ndr). Le nomine dei direttori vengono fatte d’intesa con il rettore e anche le revoche devono essere fatte d’intesa con l’ateneo. Dopo, non entro nei dettagli della questione, che non conosco. Non conoscendo i fatti, non posso dire altro».

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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