Saranno circa settemila. Per l’esattezza 6.873, almeno allo stato dell’opera. Sono i percettori del reddito di cittadinanza che alla fine dei sette mesi previsti dal Governo nazionale sulla Finanziaria, non percepiranno più l’assegno. Gli ultimi conteggi, aggiornati al novembre 2022, sono stati fatti dall’Osservatorio regionale del mercato del lavoro.
LA SITUAZIONE
IL TAGLIO
Se le prime vittime del taglio del reddito saranno questi lavoratori friulani con un reddito bassissimo c’è poi da aggiungere un altro 15-20 per cento di percettori che attualmente non lavorano, incassano il sussidio, ma hanno i requisiti per poter andare a lavorare. In pratica i numeri in regione sono presto svelati: delle 14.205 persone singole che percepiscono il reddito di cittadinanza ce ne sono, come detto, poco meno di 7 mila che perderanno il sussidio tra cui più o meno 4900 che stanno appunto già lavorando e altre 2.300 che sono in attesa, ma che sono già state giudicate “abili” per poter lavorare. Tra i percettori anche 1400 persone che non si sono mai presentate al Centro per l’impiego e non hanno fatto corsi di formazione.
IL RISCHIO
A paventare quello che accadrà - a suo avviso - a luglio è il capogruppo dei 5Stelle, Mauro Capozzella. «In regione, prima del reddito, venivano erogati circa 30 milioni di euro per aiuti alle famiglie che la stessa amministrazione regionale ha poi destinato ad altre poste visto l’arrivo del reddito di cittadinanza. Senza più quella entrata - spiega il consigliere - i percettori si rivolgeranno in prima battuta ai sindaci. Facile immaginare che sorgeranno gravi problemi ed Enti locali e Regione saranno costretti a pagare molto di più rispetto ad ora.
GLI IMPORTI
Se è vero che il Friuli Venezia Giulia è una regione “virtuosa” perchè è una di quelle in cui i numeri sono più bassi, è altrettanto vero che gli importi medi sono pari a 475 euro per il reddito e di 255 euro per la pensione di cittadinanza. Da quando sono state istituite queste misure il numero massimo si è registrato a settembre 2020, con poco meno di 13.000 nuclei percettori in regione; il minimo è stato toccato a febbraio 2021, pari a 7.000 beneficiari. Se si considerano tutti i nuclei beneficiari di almeno una mensilità nel corso dell’anno, il loro numero in regione è più elevato e pari a 14.377.
DOVE SI PERCEPISCE DI PIÙ
A livello territoriale è interessante notare che i beneficiari della misura si concentrano nei Comuni di maggiori dimensioni. In particolare, quasi la metà risiede in due soli Comuni: a Trieste, che comprende quasi un terzo del totale (32,2% nel 2022) e Udine (13,4%). Pordenone presenta un valore decisamente inferiore, con il 2,1% della popolazione interessata dal reddito. «Siamo convinti - spiegano i 5Stelle - che dai prossimi mesi le amministrazioni locali saranno chiamate a dare risposte, certi che l’offerta di lavoro non sarà sufficiente. In regione ci sono la maggioranza di giunte guidate da formazioni di centrodestra e fino ad oggi i sindaci non hanno pronunciato pareri o ipotesi di intervento ma, spesso, si sono prodigati a diffondere slogan pre - elettorali senza capire le reali difficoltà dei loro concittadini. E ad oggi nessun comune ha previsto voci di bilancio per cifre da destinare a questo proposito una volta che gli assegni non arriveranno più».
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