La Regione blinda i gioielli ambientali: nuove tutele per la Conca di Fusine

Lunedì 30 Agosto 2021 di Maurizio Bait
Il lago di Fusine

UDINE Uno dei gioielli della montagna friulana, la Conca di Fusine con i suoi laghi di straordinaria bellezza, è al centro di una delibera varata dalla Giunta regionale che stabilisce nuove misure di tutela e conservazione della relativa area del Sito Natura 2000. Tali misure, proposte dall'assessore alle Risorse agricole e forestali Stefano Zannier, entrano in vigore immediatamente e prevalgono sulle disposizioni contrastanti eventualmente contenute in altri strumenti di regolamentazione e pianificazione, per le quali si prevede la conseguente decadenza.

Queste misure, inoltre, prevalgono su disposizioni e provvedimenti regionali e locali concernenti la stessa materia in tutti i casi nei quali le nuove regole risultino più restrittive e integrano le misure di salvaguardia e le previsioni normative stabilite dagli strumenti di pianificazione e regolamentazione esistenti.


L'OASI

Il Sito Natura 2000 della Conca di Fusine presenta una superficie complessiva di 3.737 ettari con altitudini variabili da un minimo di 840 metri a un massimo di 2.677, dunque fra creste e pareti del Gruppo del Mangart e dei rilievi pertinenti. Il sito si spiega negli atti della Regione - contiene un'importante esempio di laghi di origine glaciale con complessa idrografia ipogea e una delle più importanti e meglio conservate foreste di abete rosso e faggete ad Anemone trifolia. Sono anche presenti numerosi habitat di alta quota quali praterie e brughiere calcifile, rupi e ghiaioni - sottolineano gli esperti regionali e c'è inoltre una elevata concentrazione di specie botaniche rare, fra le quali alcune rarissime com'è il caso di una particolare qualità di sassifraga. Questo per non parlare di orsi, linci, ultimamente i ritornati lupi, senza contare un importante ritorno di portata storica, quello della lontra, e il caratteristico popolamento monospecifico di molti corsi d'acqua con la trota. Nelle vicinanze e comunque sempre nell'area della Valcanale si è registrata ultimamente anche la presenza del castoro. 


LE MISURE

Ma veniamo alle misure restrittive per la conservazione della foresta: è vietata la rinnovazione artificiale dei boschi, se non per specifiche esigenze di ricostituzione o rinaturalizzazione, da attuare sempre con specie autoctone o coerenti con l'habitat. Tuttavia, in vista di un dichiarato rischio di emergenza si può provvedere all'autorizzazione di interventi o progetti eventualmente in contrasto con tale misura, ma adottando tutte le cautele e verifiche tecniche del caso. La Regione ha anche istituito il divieto d'interventi di ripulitura di corsi d'acqua che determinano danneggiamento o distruzione dell'habitat, anche qui fatti salvi i casi di dichiarata emergenza. Ed è parimenti vietata ogni forma di fertilizzazione azotata. 


RAPACI

Siccome l'area è abitata da signori del cielo come l'aquila reale, il falco pellegrino, il falco pecchiaiolo, il grifone e il biancone, la Regione prescrive fra l'altro l'obbligo di conservazione degli alberi notevoli e delle vecchie siepi, individuati dall'ente gestore del Sito, ma anche che nelle aree comprese entro 500 metri dai siti idonei alla nidificazione individuati dall'ente gestore del Sito sia vietata l'arrampicata libera o attrezzata e qualsiasi altra forma di disturbo, limitatamente ai periodi sensibili. Inoltre è necessario garantire il mantenimento di aree aperte quali radure, pascoli e prati da sfalcio all'interno e nei pressi delle aree forestali, anche attraverso attività agrosilvopastorali tradizionali, quali la pastorizia, la monticazione e lo sfalcio. Altre restrizioni sono previste a vantaggio della conservazione di galli cedroni, francolini di monte, pernice bianca, fagiano di monte, coturnice, picchio e altre specie ancora. 


ORSI E LINCI

A tutela di orsi, lontre e linci si prescrive il divieto di caccia con cane da ferma e da seguita in tutta o parte della superficie del Sito in cui siano comprovate le presenze per svernamento o letargo quanto all'orso e di riposo diurno invernale quanto alla lince. Per l'orso, poi, viene prescritto il divieto di attività forestali nelle aree di potenziale svernamento-letargo, individuate dall'ente gestore del Sito, limitatamente al periodo di svernamento-letargo. Per la lince, invece, il divieto di accesso turistico, ad esclusione delle strade e sentieri segnalati, in aree di riposo diurno in periodo invernale e in aree di riproduzione. Tutte tali aree di tutela rafforzata devono essere individuate dall'ente gestore del Sito. 

      
 

Ultimo aggiornamento: 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci