UDINE - Lo hanno minacciato di rivolgersi alle forze dell’ordine per disturbo e il parroco, per tutta risposta, annuncia una “terapia del silenzio” e zittisce le campane per due settimane.
I FATTI
Don Ezio ha poi annunciato la sua decisione: «Per 15 giorni non suoneranno né per matrimoni, né per funerali, né per le domeniche e nemmeno per scandire la giornata come da antichissima tradizione presente nella Chiesa italiana. Questa terapia del silenzio – è la conclusione della lettera, tra l’amaro e il provocatorio –, sarà occasione per gli uni e per gli altri di meditare sulla presenza della chiesa in questo territorio». Poi però è tornato sui suoi passi. La notizia è circolata velocemente tra i residenti del quartiere, molti dei quali, quasi increduli per l’accaduto, non hanno affatto apprezzato le proteste contro le campane: hanno criticato chi si è lamentato, invitando il parroco a “rompere il silenzio” e a ripristinare lo scampanìo, sottolineando invece il valore della tradizione e il piacere del loro scandire la vita quotidiana e ribadendo che non apportano alcun disturbo. Qualcuno ha già lanciato l’idea di indire una raccolta firme in difesa delle campane, qualcun altro, provocatoriamente, ha annunciato di essere pronto a girare per il quartiere, la domenica, con le scarassole per avvisare che c’è messa. In Friuli, d’altronde, un caso di proteste per campane considerate moleste era già accaduto ed era finito addirittura nelle aule dei tribunali. Diversi anni fa, infatti, a Majano, alcuni residenti avevano firmato una petizione per il volume troppo elevato; fu fatto un esposto e anche l’Arpa andò a fare le misurazioni tanto che alla parrocchia arrivò una sanzione per violazioni in materia di inquinamento acustico (la notizia ebbe anche risalto nazionale). Ne scaturì poi una vicenda giudiziaria conclusasi con l’assoluzione piena del parroco.