Benzina a 1 euro, la Slovenia torna "nemica": code per fare il pieno

Mercoledì 17 Giugno 2020 di Camilla De Mori
Benzina a 1 euro, la Slovenia torna "nemica": code per fare il pieno
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UDINE - Allarme pendolarismo della benzina. Fra i gestori di distributori friulani sale la preoccupazione dopo che la Slovenia ha previsto da lunedì una riduzione dell’accisa sulla benzina e sul gasolio. Perché, con la riapertura della frontiere, dopo i tre mesi di chiusura causa covid, ora si rischia di tornare punto e a capo. E a soffrire, ricorda Bruno Bearzi (Figisc), sono prima di tutto i gestori dei distributori della zona confinaria, che, a pochi giorni dal “libera tutti”, stanno già vedendo un brusco calo degli introiti, ma anche le casse dello Stato.

Bearzi lancia un invito chiaro ai consumatori friulani: «Faccio un appello ai corregionali e agli utenti che continuano ad alimentare il pendolarismo del pieno più per abitudine che per reale convenienza. Facciamo squadra: giochiamo per il Friuli e per l’Italia, per tenere alti i fatturati e far ripartire l’economia del nostro Paese consumando in Italia. Auspico una moral suasion rispetto a questo comportamento: in questo periodo più che mai sarebbe opportuno limitare il “turismo” della benzina, per dare una mano alle entrate statali, non solo ai gestori». In Slovenia, da lunedì, subito dopo la riapertura delle frontiere, il provvedimento governativo ha abbassato da qui al 29 giugno ancora il prezzo del carburante, che ormai viaggia intorno all’euro al litro, al di sotto di quello praticato in Fvg, al netto dello sconto benzina previsto grazie ai contributi regionali.

E i primi effetti già si vedono, con friulani e triestini che attraversano il confine per fare il pieno. «Sta accadendo quello che accadeva prima dell’emergenza covid. Il prezzo in Slovenia si attesta su 1 euro al litro già da aprile. Il loro sistema funziona così: più aumenta il prezzo industriale del carburante, più in proporzione cala l’accisa, per mantenere stabile il prezzo. In questa fase il prezzo industriale sta salendo e loro compensano con le accise. Ma, con la riapertura dei confini, è tornato il pendolarismo del pieno. Dispiace perché i colleghi di Gorizia e Trieste torneranno a soffrire, dopo che in questi mesi, a frontiere chiuse, hanno sofferto meno degli altri, perché anche i pendolari del pieno friulani, giocoforza, erano costretti a rifornirsi in Fvg». Diego Bernardis, consigliere regionale della Lega, ci va giù duro: «Il provvedimento della Slovenia che abbassa l’accisa fino al 29 giugno crea una concorrenza sleale a tutti gli effetti – sostiene -. L’emergenza covid ha fatto emergere in modo inequivocabile che, a causa del pendolarismo del pieno, lo Stato italiano perde ogni anno circa 60 milioni di euro. Un distributore goriziano ha calcolato che a maggio 2020, rispetto a maggio 2019, con i confini con la Slovenia chiusi, ha versato allo Stato italiano 70mila euro in più in un mese. Bisogna arginare questo fenomeno. Ci sono diverse proposte di legge per istituire zone economiche speciali o zone logistiche speciali o altre formule simili».
Ultimo aggiornamento: 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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