Giuliano, l'angelo che cura gli uccelli feriti: «Bambini, osservateli e imparate»

Martedì 6 Aprile 2021 di Annalisa Fregonese
Giuliano Della Bella

SAN PIETRO DI FELETTO - Il fascino di un airone, di un lucherino o di un barbagianni: per Giuliano Della Bella sono animali capaci di regalare profonde emozioni.

Biologo, una vita nell'insegnamento (liceo vittoriese Flaminio, poi il Marconi a Conegliano), per questo volontario della Lipu giocò un ruolo fondamentale il vicino di casa quand'era bambino. «A modo suo era appassionato di uccelli ricorda solo che li catturava. Li restavo a osservare nelle gabbiette, provando molta tristezza».

È allora che è germogliato il desiderio di aiutare gli animali in difficoltà, in particolare gli uccelli. «Hanno un fascino indescrivibile» dice il volontario, che si dice fiducioso, ora che la Provincia ha affidato alle associazioni di volontariato il Centro di recupero animali selvatici. «Mi conoscono in tantissimi prosegue Della Bella ed è capitato spesso che mi siano arrivate a casa persone con uccelli feriti. Chiamavo le guardie venatorie provinciali. Spesso mi hanno lasciato l'animale in consegna finché non guariva». Della Bella dà per scontato che, una volta guarito, debba tornare il libertà. «Questo dev'essere il fine ultimo di chi ha a cuore le sorti dell'animale. Non nego che possa essere dura». Quando lo chiamano, non ne fa una questione di chilometri. È partito da San Pietro di Feletto per andare a recuperare un cigno finito nel cortile della scuola primaria di Lutrano a Fontanelle, macinandosi una sessantina di km tra andata e ritorno. Ma come si avvicina un animale in difficoltà? «Prima di tutto non bisogna farsi male spiega - Nel caso dei rapaci ad esempio è fondamentale prestare attenzione alle mani, proteggendosi con guanti, perché hanno artigli che possono ferire in modo serio. Con l'animale ci si rapporta per empatia: le bestiole capiscono se le intenzioni sono amichevoli. Il cigno di Lutrano era spaventato, un esemplare giovane e forte. Per prima cosa gli ho bloccato le ali per impedire che sbattendole facesse male a me e a lui. L'ho poi tranquillizzato e pian piano ha smesso di soffiarmi ed essere ostile. Liberato nel fiume ha subito cominciato a bere, quanta sete aveva! Altra regola: meno si maneggiano meglio è».

Fra gli incontri più emozionanti quello con un gufo reale. «È accaduto a Corbanese di Tarzo, era finito in un pollaio. Ricordo ancora gli occhi». In tanti anni fra i suoi recuperi ci sono i falchi pellegrini, un tarabusino, cigni, allocchi... Una volta rischiò una denuncia. «Era una ripicca di alcuni bracconieri spiega - Accadde molti anni fa: mi ero preso cura di un allocco ferito. Che immobilizzato ed inscatolato, avevo messo sul treno a Conegliano, spedito al Centro di recupero animali rapaci che stava a Parma. Allora non c'era quello di Treviso. La minaccia era di denunciarmi per aver mandato un animale protetto fuori regione. Finì in una bolla di sapone». Con la pandemia e le molte ore a casa, un buon passatempo può essere l'osservazione degli uccellini. «Non serve andar lontano - consiglia il volontario - Bastano il proprio terrazzo, il proprio giardino. Mettete fuori la carta della colomba, ci sono sempre briciole attaccate. Non tarderà molto, arriverà una cincia, oppure un merlo. L'importante è non fare movimenti bruschi. Osservandoli si impara molto, è un bell'esercizio per i bambini e i ragazzi». 

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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