«Non voglio che ci siano ombre sull’operato del Comune». E con una relazione di 6 pagine il sindaco, all’inizio del consiglio comunale, chiude la questione dell’appalto Don Milani e nel contempo anticipa un nuovo osservatorio per rendere sempre più stringenti i controlli antimafia su contratti e appalti a Treviso. Dopo la grana con il consorzio LM Group, Treviso approverà una task force di esperti per rendere il tavolo della legalità sempre più rigoroso, con una formazione apposita del personale di Ca’ Sugana.
LA DISCUSSIONE
Ma, rispondendo anche alle richieste dell’opposizione, Conte ha aperto il Consiglio leggendo una dettagliata relazione sull’accaduto. «Quando si parla di infiltrazioni mafiose non voglio che ci siano dubbi sulla mia persona, sulla mia amministrazione e sul Comune che rappresento».
GLI EVENTI
L’interdittiva della prefettura è arrivata a Ca’ Sugana il 30 dicembre ed è stata protocollata il 31. Il 19 gennaio è terminato la verifica condotta da Roberta Spigariol, dirigente del settore Lavori Pubblici. Il 28 gennaio la dirigente ha firmato la determina di recesso del contratto protocollata col numero 109. Il giorno dopo è stata notificata al consorzio Lm Group e alla Prefettura. Da quel momento ogni rapporto tra Ca’ Sugana e consorzio, di fatto interrotto dopo la prima comunicazione della prefettura a fine dicembre, si è concluso anche ufficialmente. «Il Comune di Treviso - conferma Conte - ha agito seguendo rigorosamente i protocolli e, ovviamente, la legge, dialogando con i settori preposti della Prefettura per gli approfondimenti, gli accertamenti del caso e la verifica delle eventuali criticità riscontrate». Da qui Ca’ Sugana è partita per una revisione dei protocolli in senso restrittivo, agendo anche sulla formazione con l’osservatorio, ma anche sul sostegno alle attività imprenditoriali. «Parlo del Treviso Fund e del Bando Rilancio con accesso a finanziamenti a tassi agevolati e a burocrazia ridotta o contributi a fondo perduto: consideriamo fondamentale il sostegno concreto agli imprenditori sono il modo in cui il Comune cerca di difendere le imprese in difficoltà da cedere a lusinghe di una criminalità sempre più sottile e subdola nelle manovre di avvicinamento».