TREVISO - Un annuncio di incontri hot e una telefonata “malandrina”.
IL PROCESSO
Nel corso dell’udienza di ieri emergono i fatti, secondo la testimonianza resa dal luogotenente Feraco della stazione dei carabinieri di Casale, che aveva partecipato all’indagine. L’uomo, aveva visionato Bakeca, un sito di incontri e aveva risposto a un numero telefonico. Numero memorizzato dai due campani che, successivamente, lo avevano inondato di messaggi chiedendogli la ricarica di 300 euro in una postepay. Se non lo avesse fatto avrebbero svelato alla moglie dell’uomo, sposato con un figlio, che aveva ricercato un incontro con un trans. L’uomo aveva pagato. Ma i messaggi continuavano. Tanto è vero che il 55enne si era rivolto ai carabinieri per denunciare il fatto. E, cosa curiosa, proprio mentre si trovava davanti al carabiniere aveva ricevuto l’ennesima telefonata, che era stata registrata. E avevano dato corso alle indagini risalendo a un codice fiscale individuativo dei due estorsori. Passo successivo, il controllo approfondito di tutti i movimenti di denaro che giravano su quella postepay, fino a risalire a una ricarica da 50 euro che il 50enne aveva effettuato a vantaggio dei due campani. Un acconto sulla richiesta da 200 euro che era stata avanzata dai due. E il reato di estorsione è perfezionato.
L’ALTRA VITTIMA
Ieri, in Tribuinale, dovevas comparire la vittima dell’esrsione, che non si presentata ma ha semrpe negato di aver ricercato un incontro a luci rosse. «Sono felicemente sposato e ho anche un bimbo -aveva detto quando aveva presentato denuncia- avevo telefonato per sbaglio e subito riagganciato».
Il processo è stato aggiornato al 18 ottobre prossimo.
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