Massimo Zanetti e lo scudetto Virtus: "Contro Treviso la serie più dura"

Domenica 13 Giugno 2021 di Mattia Zanardo
Il patron della Virtus Bologna, campione d'Italia di pallacanestro, Massimo Zanetti, trevigiano e numero uno della Segafredo

La Virtus Bologna è campione d’Italia dieci anni dopo l’ultimo scudetto e quattro stagioni dopo il ritorno in A dalla A2. In questo sedicesimo titolo nazionale delle V Nere c’è anche qualche filo che porta alla Marca. Se il più fresco ex Amedeo Tessitori, non ha visto il campo nei playoff causa infortunio, anche Stefan Markovic vanta un passato ai tempi della Benetton. E poi in panchina: Sasha Djordjevic è stato l’ultimo allenatore biancoverde, mentre, il suo assistente di allora e di oggi, Goran Bjedov ha guidato Tvb nelle sue prime due stagioni di vita, in Promozione e in Dnb. Ma soprattutto è trevigiano doc Massimo Zanetti: il 73enne imprenditore del caffè dal 2016-17 è diventato prima sponsor principale con Segafredo, il marchio più noto del suo gruppo Massimo Zanetti Beverage, e poi proprietario del blasonato club felsineo. “Una grandissima soddisfazione - sottolinea -.

Oltre che per me e per i miei collaboratori, che tutti i giorni lavorano per la Virtus, anche per la città e per tutti i tifosi bolognesi: questa è Basket City, sono contento di aver dato loro questa gioia”.

Dieci vittorie consecutive, senza sconfitte, nei playoff, 4-0 anche a Milano in finale: una prova di forza al di là dei pronostici.

“Sono rimasto sorpreso anch’io: francamente pensavo che con Milano fosse molto dura, l’Olimpia ha disputato una grande stagione, è arrivata terza in Eurolega. Invece la nostra squadra si è compattata e ha vinto queste partite con una difesa grintosa”.

Lei ha fatto una dedica speciale per questo scudetto.

“Sì ad Alberto Bucci, purtroppo prematuramente scomparso: fu lui a chiamarmi alla Virtus, per aiutarli in un momento di difficoltà. Allora avevo promesso che in cinque anni avremmo raggiunto lo scudetto: ce l’abbiamo fatta in quattro”

Nella cavalcata trionfale dei playoff, l’avversaria che vi ha fatto sudare di più è stata Treviso.

“Sì è stata la serie più dura. L’ho detto anche a Paolo Vazzoler, quando è venuto a vedere gara 3: ‘Abbiamo sofferto di più con voi che con Milano’. Treviso è una bella realtà, le auguro di crescere e migliorare ancora”.

La sfida potrebbe forse ripetersi anche in Europa: la De’ Longhi potrebbe essere in corsa per una wild card per l’Eurocup.

“Bene se Treviso fa l’Eurocup. In quel caso, potremmo anche incontrarci. Per quanto ci riguarda, il nostro obiettivo è quello di vincere per andare in Eurolega”.

State già pensando al futuro?

“Vogliamo rafforzare la squadra proprio per puntare all’Eurolega: la Virtus è una delle fondatrici di quella competizione, l’ha vinta due volte, credo sia la sua giusta ‘casa’. Dobbiamo tornare lì”.

Un futuro ancora con Djordjevic?

“Il contratto dell’allenatore è terminato. Ora parleremo e vedremo cosa fare”.

I grandi campioni, come Teodosic e Belinelli, hanno fatto la differenza

“Vero, però dire che Teodosic e Belinelli sono forti è scontato. In queste partite hanno giocato tutti davvero bene. Se devo scegliere un emblema di questo scudetto, il premio lo dò ad Alessandro Pajola: in primis perché è un prodotto del nostro vivaio e resterà con noi a lungo. Quando entra con la sua grinta dà la carica anche a tutti i compagni. E soprattutto ha solo 21 anni”

Un’istantanea che le resta di questa stagione?

“Proprio la vittoria di gara 4, perché inaspettata. La delusione maggiore è stata la sconfitta con Kazan in Eurocup. Lì è successo il contrario: eravamo convinti di vincere e invece abbiamo perso. Ma lo sport è fatto così”.

Come valuta la pallacanestro italiana?

“Il presidente della Fip Petrucci mi ha chiamato per complimentarsi e gli ho ribadito che la motivazione dietro a questo mio impegno è proprio la speranza di far crescere sempre più il basket italiano, sperando possano arrivare anche altri imprenditori ad investire e portare altri campioni. Ora con Umberto Gandini (amministratore delegato di Legabasket, ndr) stiamo lavorando per una migliore visibilità televisiva “.

Oltre al basket, è impegnato anche nel ciclismo, lo è stato nel calcio. Qualche progetto sportivo nella sua Treviso?

“Treviso è una città supersportiva. E’ la più ciclistica d’Italia, infatti inondo di maglie della Trek Segafredo tutti i ciclisti che incontro. E’ una delle capitali del rugby e il basket andando molto bene, il calcio purtroppo è un po’ un figlio di un dio minore”.

Ci vorrebbe un Massimo Zanetti a risollevarlo?

“Ci vuole il pubblico. Purtroppo a Treviso non si riesce ad andare oltre un certo nucleo di tifosi. Mi ricordo una partita di serie B in cui il Treviso giocava con il Torino, non un match qualsiasi: in piazza del Grano era pieno di gente e al Tenni eravamo sì e no 1.500 persone. Treviso è una città sportivissima rispetto al suo bacino di popolazione e il calcio ne finisce penalizzato”. 

Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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