Omicidio Campeol, la confessione choc di Biscaro agli inquirenti: «Più urlava e più la colpivo»

Martedì 23 Gennaio 2024 di Maria Elena Pattaro
REO CONFESSO Fabrizio Biscaro nell'estate 2021 ha incontrato casualmente sul greto del Piave a Moriago Elisa Campeol e l'ha uccisa a coltellate

«Ero assalito da istinti omicidi. Sentivo montare dentro di me una rabbia che non avevo mai sperimentato prima. L’ho vista da sola e l’ho aggredita. Più vedevo sangue, più mi arrabbiavo. Più lei urlava, più io la colpivo». È la ricostruzione minuziosa dell’omicidio fatta dal killer Fabrizio Biscaro.

Di quella lunga confessione, resa il pomeriggio stesso del delitto, il pm ha riportato in aula i passaggi salienti, durante la sua requisitoria per evidenziare la lucidità del killer. 


PRIMI SEGNALI
Le prime avvisaglie della furia omicida si manifestano il 22 giugno 2021, il giorno prima del delitto. «Mentre lavoravo ho sentito montare un senso di ansia e di rabbia. Mi sono fermato e ho cercato di calmarmi». Biscaro ha con sé un coltellino e sente che potrebbe fare del male a qualcuno, così alle 7.30 si allontana dalla ditta dicendo che non si sente bene. Cerca in rete dei video per far sbollire l’ira ma non funziona. Così va all’Isola dei Morti, dove incrocia alcune persone che passeggiano. Dopo una breve sosta a casa, inizia a girovagare senza meta nel Bellunese e passa la notte in un rifugio. Nel frattempo si era procurato cibo, bevande e il coltello con cui di lì a poche ore avrebbe ucciso Elisa Campeol. Aveva spento il cellulare per non essere rintracciabile. Il giorno dopo si sveglia alle 5.50 e raggiunge il parcheggio di un ristorante. La notte non era bastata a spazzare via i pensieri funesti. «Ero pronto a uccidere: se avessi incontrato qualcuno l’avrei ammazzato» ha raccontato. Ma il parcheggio del locale è vuoto, così Biscaro sale in macchina e si dirige verso le rive del Piave.


L’AGGUATO
Arriva all’Isola dei Morti, a Moriago, alle 11.40. Un posto che conosceva già, perfetto per sfogare la sua furia omicida. Elisa ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. «Mentre camminavo in preda alla rabbia, ho visto quella ragazza che prendeva il sole su una sdraio. Era da sola. Le ho teso un agguato - aveva raccontato -. Lei ha cercato di difendersi: è caduta giù. L’ho colpita più volte: più vedevo il sangue e più sentivo crescere la rabbia. Più lei urlava, più io la colpivo mentre ero a cavalcioni sopra di lei. L’ho accoltellata all’altezza di un polmone, senza un motivo e le ho tagliato un orecchio: non so perché, forse volevo un feticcio, una prova di quello che avevo fatto. Una rabbia così non l’avevo mai sperimentata prima. Fino a quel momento avevo avuto solo istinti omicidi. Non avevo mai pensato di uccidere una persona». 

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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