Oltre mille vite spezzate nella Marca, il tragico picco nell'ultimo mese

Mercoledì 6 Gennaio 2021 di Mauro Favaro - Giorgio Volpato
Giovanni Mazzariol, Valter Semenzin e Bruno Girardelli

TREVISO - Oltre mille decessi.

L’effetto del coronavirus assume proporzioni gigantesche nella Marca. Ieri sono mancate altre 26 persone. La triste conta dei lutti registrati in poco più di dieci mesi di epidemia, dalla fine dello scorso febbraio ad oggi, è così arrivato a toccare quota 1.011 (678 solo da settembre). Come se fosse scomparso un intero paese. E la corsa del virus purtroppo non si ferma. Nelle ultime 24 ore sono emersi 539 nuovi contagi. Ad oggi sono 15.128 i trevigiani che stanno combattendo contro l’infezione. Tra questi, 571 pazienti Covid positivi sono ricoverati in ospedale: 524 nei reparti ordinari e 47 in Terapia intensiva.

IL DOLORE
Treviso piange la scomparsa di Giovanni “Giambe” Mazzariol, padre di Nicola allenatore di basket (oggi alla Rucker San Vendemiano) e di Marco. Era nato 74 anni fa in pescheria a Treviso e lì aveva creato quella rete di amici storici legati a doppio filo al mondo del rugby che mai aveva abbandonato. «Era in formissima prima del Covid - ricorda il figlio Nicola - papà era la gioia di vivere. Pensionato della Telecom amava stare in mezzo alle persone. Dalla famiglia agli amici di sempre, agli ex colleghi della Telecom, ai vicini di casa: lui era un punto di riferimento per tutti». Mazzariol si era ammalato ai primi di dicembre e dopo una settimana a casa era stato ricoverato al Ca’ Foncello. «Non lo abbiamo più visto dal 9 dicembre - racconta ancora Nicola - e questo aggiunge dolore al dolore. Aveva un gran fisico, fino a 20 giorni prima giocava a tennis. Stava organizzando la festa per i 50 anni di matrimonio con nostra madre». Mazzariol lascia la moglie Elena, anche lei ricoverata ma guarita, la sorella Loredana e gli amati nipotini Carlo e Viola. L’ultimo saluto sabato alle 10.30 a San Bartolomeo nella stessa chiesa che una settimana fa si è stretta intorno alla famiglia Ardizzoni.
LE ALTRE VITTIME
Tra le persone che se ne sono andate c’è Valter Semenzin, 75 anni, storico barbiere di Visnadello, dove lavorava da 60 anni. Alpino, romanista e appassionato delle Frecce Tricolori e della Ferrari, ha lasciato un segno profondo anche sul piano del volontariato, tagliando i capelli alle persone ammalate e sistemandoli gratuitamente a tutti i parroci. Non aveva mai avuto particolari problemi di salute. Dopo alcuni giorni di febbre a causa del contagio, però, la situazione è progressivamente peggiorata. Il 5 dicembre è stato ricoverato nell’ospedale di Treviso. E tre giorni dopo trasferito in Terapia intensiva. E’ rimasto intubato per tre settimane. A un certo punto sembravano esserci segnali di miglioramento. La famiglia ha potuto vederlo il primo e il 2 gennaio con le video-chiamate. Poi le cose sono precipitate. Il coronavirus non c’era più: il tampone aveva dato esito negativo. Ma i danni ai polmoni erano ormai irreparabili. Semenzin è stato quindi trasferito nelle Terapia intensiva della Neurochirurgia. Qui la famiglia, la moglie Roberta e la figlia Barbara, ha potuto salutarlo per l’ultima volta. «Non sottovalutate qualche giorno di febbre – è l’appello lanciato dalla moglie – con questo virus bisogna sempre cercare di intervenire il prima possibile». Il funerale è stato fissato per sabato a Visnadello.
Anche Maria Eugenia Cattelan, 84 anni, è mancata dopo essere stata contagiata dal Covid. Fino alla fine degli anni ‘90 aveva gestito una pasticceria nel centro di Oderzo. Qui era conosciuta da tutti. Nei giorni scorsi era stata ricoverata nell’ospedale di Oderzo per un altro problema di salute. Ma dopo il trasferimento nell’area chirurgica del Ca’ Foncello è risultata positiva al coronavirus. Di seguito è stata spostata in un reparto Covid, dove è mancata. Lascia i fratelli Rosanna, Fiorella e Vitale. Il funerale verrà celebrato venerdì a Oderzo.
Purtroppo anche Claudio Moro, 83 anni, residente a Quinto, si è spento a causa del coronavirus. A quanto pare il contagio è partito dalla positività di una persona che lo assisteva. Maresciallo dell’Aeronautica Militare, in servizio nel 103esimo gruppo, con il quale aveva lavorato sia a Sant’Angelo che a Istrana, era stato nominato Cavaliere della Repubblica. Grande appassionato di calcio, era un super tifoso del Padova. Le sue condizioni erano già precarie. Il virus ha moltiplicato i problemi legati al diabete. Lascia la moglie Miranda e tre figli, Gabriele, Marzia e Lorenzo. Il funerale verrà celebrato lunedì nella chiesa di San Nicolò a Treviso.
L’IMPRENDITORE
Il Covid non ha risparmiato neanche Bruno Ghiraldelli, dopo una vita passata nel mondo dell’abbigliamento fin dalla giovane età. Qualche anno fa i primi sintomi del Morbo di Parkinson. Tutto è precipitato negli ultimi giorni quando, viste le condizioni e i gravi sintomi era stato ricoverato nel reparto Covid dell’Ospedale di Montebelluna dove è spirato nella mattinata di lunedì. Aveva 84 anni.Fin da giovanissimo aveva la passione della sartoria e aveva iniziato a frequentare un sarto come apprendista. Con gli anni e la maturità, le nuove esperienze come dirigente sempre nel settore abbigliamento, nel basso Polesine e nel vicentino. Poi a Trebaseleghe in provincia di Padova come dirigente alla Esco, azienda che ha portato al massimo della forza lavorativa. Quindi la decisione di mettersi in proprio, prima a Treville dal 1978 al 1982 fondando la “Confezioni Ghiraldelli-Uomo Donna”, per poi trasferire l’azienda in modo definitivo a Salvarosa, in Via Dell’ Industria. La Confezioni Ghirardelli nel tempo, è arrivata a avere fino ad una settantina di dipendenti e due laboratori. Causa la malattia e l’anno orribile appena passato, l’azienda ha cessato l’attività. La cerimonia funebre domani alle 15 nella chiesa parrocchiale di Salvarosa.
Mauro Favaro
Giorgio Volpato
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Ultimo aggiornamento: 16:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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