I Ris di Parma nella villa bruciata: investigatori a caccia dell’innesco

Martedì 23 Giugno 2020 di Alberto Beltrame
La casa bruciata
PAESE I Ris di Parma a caccia dell’innesco. Ieri i carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche hanno effettuato un lungo sopralluogo nella villetta di via Feltrina assieme ai colleghi della compagnia di Montebelluna. L’obiettivo, secondo quanto filtrato, è cercare di risalire prima di tutto alle cause del rogo, scoppiato la notte del 10 giugno nell’abitazione del pensionato 69enne Sergio Miglioranza, che costò la vita alla moglie Franca Fava, 67 anni, e all’amica Fiorella Sandre, 74 anni, rimaste intrappolate al primo piano e trovate morte carbonizzate. Assieme ai Ris sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco di Treviso, con il nucleo della polizia giudiziaria. Difficilissimo infatti districarsi tra gli ammassi di lamiere e le migliaia di cianfrusaglie accumulate per anni dal proprietario di casa, tra cui diverse bombole semiesauste di gas, che hanno trasformato la villetta in una vera e propria trappola. 
LE INDAGINI
La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di duplice omicidio colposo e incendio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati Sergio Miglioranza, unico superstite, riuscito a cavarsela solo con qualche graffio e una lieve intossicazione da fumo. «Avevo utilizzato un fornelletto elettrico per scaldare il cibo per i cani, ma sono sicuro di averlo spento» ha spiegato il 69enne agli inquirenti, che dall’inizio delle indagini però non hanno voluto escludere alcuna ipotesi, approfondendo ogni plausibile pista investigativa. «Ci sono alcune coincidenze che meritano approfondimenti» è filtrato dagli inquirenti. E forse è proprio per questo che gli investigatori in questa prima fase delle indagini, hanno chiesto l’ausilio dei tecnici del Ris di Parma. Gli esperti della scientifica hanno cercato impronte, scattato fotografie ed effettuato dei prelevamenti che verranno analizzati direttamente in laboratorio. «Io non ho nemici» ha assicurato Miglioranza, escludendo così, almeno a parole, l’ipotesi che qualcuno possa essersi avvicinato alla villetta prima che scoppiasse l’incendio. Anche la pista di un ipotetico piromane non è ancora stata del tutto accantonata dalle forze dell’ordine, che hanno passato al setaccio le telecamere della zona per capire se vi fossero tracce di movimenti anomali prima e dopo lo scoppio del rogo. 
LA CASA TRAPPOLA
Ciò di cui hanno subito potuto rendersi conto anche i carabineiri del Ris di Parma è lo stato in cui versava l’abitazione di via Feltrina, considerata a tutti gli effetti una vera a propria trappola, dal materiale accatastato in giardino che ha di certo favorito il propagarsi delle fiamme, alle inferriate alle finestre del primo piano, che hanno bloccato ogni via di fuga a Franca Fava e Fiorella Sandre. Miglioranza, infatti, si trovava al primo piano quando, verso le 2 di notte, è scoppiato l’incendio. La prima a lanciare l’allarme era stata Fiorella, che aveva subito chiamato la centrale del 113 e chiesto l’intervento dei vigili del fuoco. La donna avrebbe cercato di aiutare Franca a uscire, ma entrambe sono state sopraffatte dal fumo che entrava dall’esterno. «Non si vedeva niente, era buio e scoppiavano anche i vetri delle finestre - ha raccontato il 69enne una volta dimesso dall’ospedale -. Ho cercato di fare strada tra i detriti, di illuminare la casa con la luce del telefonino, ma non ce l’ho fatta». L’uomo, sotto choc, si era messo in salvo tramite una scala esterna ed era stato visto vagare in giardino mentre all’interno le fiamme precludevano ogni via d’uscita alle due donne. Il corpo di Fiorella, era stato poi ritrovato nella vasca: aveva cercato fino all’ultimo di salvarsi bagnandosi con dell’acqua. Quello di Franca era invece nella stanza accanto. Tanti ancora gli interrogativi aperti, sui quali i carabinieri e la Procura, stanno cercando di fare chiarezza.
 
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