Una 85enne altopolesana è la decima vittima, ma aumentano i guariti

Giovedì 9 Aprile 2020 di Francesco Campi
L'ospedale San Luca di Trecenta
ROVIGO - Il Coronavirus miete un’altra vittima in Polesine, mentre i contagiati aumentano ancora. Cinque i nuovi casi emersi ieri, ai quali si sommano i 13 casi positivi, ma in attesa del tampone di conferma, riscontrati dai test sierologici rapidi eseguiti agli Istituti Polesani dopo la scoperta, lunedì, della prima positività di un paziente del nucleo dei disabili psichici. Il decimo decesso registrato a livello polesano nell’ambito dell’epidemia, l’undicesimo considerando il 71enne di Solesino morto all’ospedale di Rovigo, è quello di Giuseppa Furini, di Canaro, che aveva compiuto 85 anni il 19 marzo scorso. Dall’azienda sanitaria così come dal sindaco di Canaro Nicola Garbellini arrivano le condoglianze ai familiari. Si è spenta alle 19 di martedì, mentre si trovava ricoverata al San Luca. Faceva parte del gruppo dei pazienti ricoverati nella Geriatria dell’ospedale di Rovigo, dove è poi emerso un focolaio di contagio.
FOCOLAIO IN GERIATRIA
«La signora – spiega il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella - era stata ricoverata in Geriatria il 7 marzo per una grave problematica che aveva interessato l’intero organismo. Era stata sottoposta a un primo tampone il 24 marzo ed era risultato negativo, mentre il secondo eseguito il 31 era risultato positivo e per questo era stata trasferita a Trecenta: dopo una prima fase abbastanza stazionaria, ha avuto un peggioramento importante che l’ha portata al decesso. Aveva anche problemi gravi di tipo cardiologico». È il decimo decesso in ambito di Coronavirus a livello polesano, undicesimo con quello di Solesino.
NUOVI POSITIVI
Anche fra le nuove positività “territoriali” c’è un 96enne di Adria che è stato dimesso il 13 aprile proprio dalla Geriatria dell’ospedale di Rovigo, dove era stato ricoverato il 13 marzo. Nel suo caso erano risultati negativi sia il tampone eseguito il 25 marzo che quello del 31 marzo. Tuttavia, dopo la dimissione ha iniziato a manifestare sintomatologia e martedì è stato ricoverato all’ospedale di Adria dove è stato sottoposto nuovamente al tampone, per il quale ieri è arrivato il risultato di positività. Verrà trasferito al San Luca. «Bisogna capire se l’infezione sia iniziata prima o dopo la dimissione», afferma Compostella. Sono stati ricoverati in Malattie infettive Rovigo, prima del trasferimento al San Luca, anche una 59enne altopolesana, che era in isolamento per il contatto con un paziente positivo, e un 41enne bassopolesano che ha manifestato sintomi pur non avendo apparentemente avuto particolari contatti con altre persone, tanto meno già emerse come positive. Sono invece in isolamento domiciliare una 49enne ed una 52enne di Rovigo che lavorano entrambe in ambito sanitario in strutture della provincia di Padova, infermiera la prima e Oss la seconda, la cui positività è stata scoperta dai controlli dell’Ulss Euganea e poi segnalata per competenza a quella Polesana.
CASA SACRO CUORE
La buona notizia di giornata sono i ben 9 guariti, fra i quali anche un paziente disabile della Casa Sacro Cuore di Fratta. Con il totale dei polesani usciti dal tunnel del Coronavirus che arriva a 31 su un totale di 233 contagi accertati. Sono invece 586 le persone in isolamento domiciliare, mentre i ricoverati sono 50, 11 dei quali in Terapia intensiva.
LA STATISTICA
Ieri il direttore generale ha enumerato anche una serie di dati statistici che mostrano come il numero di casi positivi in rapporto alla popolazione in Polesine sia il secondo più basso del centro-nord Italia, con la sola Gorizia che ha una percentuale inferiore, e che il rapporto di tamponi positivi sulla popolazione residente, 0,10%, il rapporto tra numero di deceduti rispetto ai casi positivi, 3,9%, e il rapporto tra deceduti e residenti, 0,04%, siano i valori più bassi del Veneto. Per quanto riguarda i decessi, invece, il numero di uomini è donne è pressoché in equilibrio, mentre il 67% è di persone nella fascia di età fra 70 e 99 anni, con due fra 50 e 59 e una fra i 60 e i 70. «Dati incoraggianti – evidenzia Compostella – che sono il risultato di una serie di elementi, alcuni legati alle caratteristiche del Polesine, ma anche al lavoro che stiamo facendo come Ulss e alla responsabilità mostrata dai cittadini. Operiamo con i migliori protocolli e la massima attenzione all’attualità farmacologica, con un approccio terapeutico che include anche Tocilizumab ed idrossiclorochina».
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