Violenza sessuale sulla nipotina e sul figlio: in carcere per scontare 11 anni

Lunedì 20 Luglio 2020 di Francesco Campi
Condannato a undici per violenza sul figlio e sulla nipotina
ROVIGO È stato condannato a 11 anni di reclusione per la violenza sessuale sulla nipotina che all’epoca frequentava le elementari e in forma più grave, anche sul proprio figlio, un ragazzo che non aveva ancora 16 anni: dopo oltre otto anni, è ora finito in carcere. I fatti risalgono al periodo fra 2010 e 2012, ma solo sabato l’uomo, le cui generalità vengono omesse a massima tutela delle vittime, è stato rintracciato, mentre si trovava nella sua abitazione, e accompagnato nella casa circondariale dalla Sezione catturandi della Squadra mobile di Rovigo, che ha dato esecuzione al provvedimento di carcerazione emesso dopo la sentenza della Terza Sezione penale della Corte di Cassazione.

Con l’ultimo grado di giudizio è divenuta definitiva la condanna a 11 anni, la stessa che era stata decisa nei suoi confronti già in primo grado, dal Collegio del Tribunale di Rovigo, presieduto dal giudice Silvia Varotto, anche se il pm Davide Nalin aveva chiesto una pena ancora più severa, a 12 anni. Seppur a piede libero già da diversi mesi, in vista della sentenza della Cassazione, la Mobile controllava ogni suo spostamento per prevenire eventuali tentativi di fuga.

LA VICENDA
L’episodio che ha dato avvio alle indagini risale al 2010, quando l’uomo, seduto sul divano di casa insieme alla nipotina, improvvisamente le si è seduto sulle gambe iniziando a farle il solletico. Solo una scusa per allungare le mani sotto le mutandine della bambina, toccandola in modo insistito. La bambina, che all’epoca frequentava le scuole elementari, ha in seguito raccontato quanto le era accaduto e i suoi familiari hanno subito denunciato tutto. Nel corso delle indagini è poi emerso che non si trattava dell’unico episodio grave commesso dall’uomo, che in due occasioni ha abusato anche del proprio figlio, non ancora 16enne. In un caso, dopo essere entrato in camera sua, ha iniziato a toccarlo, pretendendo poi che il ragazzino facesse altrettanto nei suoi confronti. Nell’altro, avvenuto tempo dopo, si è spinto oltre, arrivando a costringerlo a un rapporto sessuale completo.
Nel corso del processo, a porte chiuse, sono state sentite numerose testimonianze, compresa quella del figlio dell’imputato, che ha scelto di non costituirsi parte civile contro il padre. I familiari della nipotina, invece, lo hanno fatto affidandosi all’avvocato Cristina Zangerolami e chiedendo un risarcimento per quanto subito dalla piccola. In primo grado i giudici le hanno riconosciuto 20mila euro di provvisionale, ovvero un anticipo immediato in vista di una successiva quantificazione in sede civile del completo ammontare del risarcimento. L’uomo, che era difeso d’ufficio dall’avvocato Barbara Bisaglia, è stato interdetto a vita dai pubblici uffici e dichiarato decaduto dalla patria potestà.
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Ultimo aggiornamento: 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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