La Republica indipendente di Bosgattia rischia di scivolare nel regno dell'oblio. La "micro-nazione" da salvare

Possibile il rilancio anche tramite il trasferimento del piccolo museo in un locale gestito dal comune di Papozze

Sabato 9 Marzo 2024 di Bruno Cera
La Republica indipendente di Bosgattia rischia di scivolare nel regno dell'oblio. La "micro-nazione" da salvare

La Repubblica è in pericolo. Non quella Italiana, fondata sul lavoro, ma quella Tamisiana, fondata sull'autogestione e un pizzico di follia. La Tamisiana Repubblica di Bosgattia, per i più giovani, fu la creatura dello slavista Luigi Salvini (1911-1957), che a cavallo fra il 1946 e il 1955, prima nella golena di Panarella di Papozze e poi sull'isolotto del Balotin di Corbola, raccolse una comunità di intellettuali (ma non solo) che si confrontavano su vari temi.

Come funzionava la micro-nazione

Una micro-nazione "indipendente", con tanto di statuto e lasciapassare, caratterizzata dalla regola di essere autosufficienti e quindi di cibarsi di uccelli cacciati e pesci pescati in proprio (con qualche integrazione proveniente dai contadini), di bere acqua di pozzo (con l'aggiunta di qualche bottiglia di vino trovata nelle fattorie), dormendo in tenda, senza corrente elettrica, senza telefono, senza denaro (a un certo punto si inventarono una moneta locale, il "sievaloro"). Degli ambientalisti ante litteram con l'unica pecca - che oggi farebbe inorridire - che in una prima fase fu vietato l'accesso alle donne.

Nel museo della Bosgattia la Costituzione e le banconote

Una vicenda incredibile, praticamente sconosciuta al di fuori del Polesine, che ebbe una certa notorietà grazie agli appassionati studi di Dimer Manzolli, uno degli ultimi testimoni, che per decenni raccolse notizie e materiali. Nell'oratorio di Corte Milana di Papozze, la tenuta della famiglia di Matelda, sposa di Luigi, acquistata nel 95 da Luca Serain, è stato ricavato un piccolo museo della Bosgattia con alcuni cimeli strepitosi: la Costituzione, innanzitutto, e poi, ad esempio, le banconote e i francobolli autoprodotti, oggi ricercatissimi dai collezionisti.
Sotto la spinta di Manzolli, nell'ultima ventina d'anni, si sono tenuti incontri e si sono svolte iniziative legate a questa speciale esperienza. Ma poi è venuto il Covid e nel gennaio del 2023 è mancato l'instancabile Dimer. È passato un anno: nessuno ha preso il testimone, la Corte ha praticamente fermato le attività "esterne", tra Papozze e Corbola non v'è sentore di azioni concrete.

Arriverà la bella stagione e sulla Bosgattia, che invece è ancora in grado di far rumore, pensiamo solo a come sorprenderebbe i visitatori del Delta, calerà il silenzio.


«Mi dispiace ma non posso assumermi questa eredità»

«Per alcuni anni è girata una bella "giostra" - spiega Luca Serain - avevo diverse persone che mi aiutavano e per quanto riguarda la Tamisiana badava a tutto Manzolli. Poi è venuta la pandemia, si è spento Dimer e anch'io ho avuto dei lutti. Ho dovuto fare delle scelte, ho una campagna da seguire, ho deciso di fermare le attività collaterali, come i ricevimenti, le gite scolastiche e le visite all'oratorio. Intendiamoci, il museo è qui e se un appassionato mi telefona glielo apro. Mi dispiace, ma io non posso assumermi questa eredità».
«Purtroppo in quest'ultimo anno, dopo la morte di Manzolli e con la riduzione dell'attività da parte di Corte Milana, gli studi e le iniziative riguardanti la Repubblica si sono fermati - si amareggia Silvano Dalpasso, nuovo presidente dell'Accademia del tartufo - È un vero peccato, e per l'eccezionalità del caso, e per la mole di ricerche condotte da Dimer; stiamo anche gettando un'occasione turistica. Qualcuno ha avanzato l'idea che, da un lato, Serain potrebbe dare in prestito i cimeli della Bosgattia al Comune di Papozze e, dall'altro, che l'Amministrazione potrebbe mettere a disposizione un locale. È un percorso da seguire».


E il Balotin?

«Il Balotin, o meglio ciò che ne resta, in seguito all'evoluzione dell'alveo del Po e a un provvedimento emesso anni fa, è "passato" da Papozze a Corbola. Questo per noi non è esattamente giusto, per la storia del fiume, perché ai tempi di Luigi Salvini l'isolotto era legato al territorio e alla gente di Papozze e perché su questa sponda sorgeva e sorge la Corte ovvero la casa, diciamo, di famiglia. Il traghetto potrebbe essere un'idea, ma non so se è fattibile».
«Al momento sul tavolo non c'è' nessuna iniziativa concreta - conferma Pierluigi Mosca, sindaco di Papozze - a dir la verità, secondo me, Corte Milana è la sede naturale di una raccolta sulla Tamisiana Repubblica, per evidenti ragioni. Sento che la tenuta ha ridotto le attività, come Amministrazione potremmo vedere se si può fare qualcosa. Più complicata mi sembra l'eventualità di ricevere i reperti e aprire un nostro museo: forse ci potrebbero essere dei locali adatti ma è questione da valutare. E in ogni caso, senza Dimer Manzolli, sarebbe tutto più difficile». «Per quanto riguarda un collegamento fluviale - prosegue Mosca - assieme a Corbola abbiamo avuto dei contatti con il Parco regionale Veneto del Delta del Po. V'è da capire se possono arrivare fondi al riguardo».


Il traghetto tra Papozze e Corbola

Di un "passo" tra Papozze e Corbola si parla già da tempo. Chiaramente i problemi economici e burocratici non sono di poco conto, ma l'opportunità è ghiotta: lo snodo - magari solo estivo - collegherebbe due comunità e due reti di ciclabili, aprendo possibilità di visita finora impensate; vada sè che una tappa importante sarebbe la Bosgattia.
«Nell'ambito dei piani per lo sviluppo del turismo lento - riferisce Moreno Gasparini, presidente del Parco regionale del Delta del Po e sindaco di Loreo - noi puntiamo a organizzare dei traghetti sul tratto finale del Po, uno proprio fra Corbola e Papozze; questo potrebbe comprendere anche una fermata al Balotin, ove possibile. Abbiamo avuto dei contatti con i due municipi, ma dobbiamo aspettare l'apertura di bandi specifici, dopodiché il Parco e i due Comuni potranno collaborare alla stesura di un progetto. La Repubblica di Bosgattia è un patrimonio che fa parte della nostra storia, sarebbe un delitto se andasse disperso».

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