Aumentano i ricoveri e l'ospedale di Trecenta torna tutto destinato al Covid-19

Venerdì 10 Dicembre 2021 di Francesco Campi
L'ospedale San Luca di Trecenta torna a essere dedicato tutto ai pazienti con Covid-19

ROVIGO -  Il contagio continua la propria avanzata, ma soprattutto, crescono sempre di più i ricoveri, ieri arrivati a 66. Una risalita che costringe a nuove riorganizzazioni. In particolare dell’ospedale di Trecenta, che dal primo aprile 2020 è il Covid hospital del Polesine, senza pause salvo che nei tre mesi dal 4 giugno al 4 settembre dell’anno scorso quando è rimasto senza pazienti Covid, pur senza smobilitare le apposite aree.

Gradualmente aveva ripreso le attività ordinarie, ma ora la nuova ondata di ricoveri, passati dai 35 del primo dicembre ai 66 di ieri, quindi 88% in più in nove giorni, costringe a correre ai ripari.

STOP ALLE DEGENZE
Già dal primo dicembre erano state sospese le accettazioni in Area medica non Covid al terzo piano, ora si prevede anche l’azzeramento delle degenze. Così come, da oggi, i pazienti dell’ospedale di comunità non Covid verranno trasferiti ad Adria e si fermerà anche l’attività chirurgica ordinaria, che finora prevedeva quattro sedute settimanali per week e day surgery. Un leggera riduzione anche per la chirurgia di Rovigo e per quella di Adria. Il tutto perché è necessario aumentare i posti letto Covid: la Terapia intensiva, dove al momento si trovano 5 pazienti, passa dagli attuali 6 posti a 10, l’Area medica Covid passa dagli attuali 20 letti a 36, mentre restano 16 i posti di semintensiva pneumologica. Aumentano a 26 anche i posti letto di ospedale di Comunità Covid rispetto ai 15 attuali, tutti occupati. Per il momento restano 9, anche questi attualmente tutti occupati, i posti letto Covid in Malattie infettive all’ospedale di Rovigo.
«Faremo l’impossibile per mantenere un livello di attività massima - sottolinea il direttore sanitario Alberto Rigo - nell’equilibrio fra necessità Covid, in costante aumento e con alte necessità assistenziali, e quelle non Covid, che continuano a essere le stesse di sempre».
Una situazione non facile. «Oltre ad aver incrementato la nostra dotazione ordinaria di personale - evidenzia il direttore generale dell’Ulss Polesana Patrizia Simonato - stiamo andando avanti con le assunzioni straordinarie con i fondi appositamente stanziati dalla Regione: abbiamo appena aperto un bando per 30 infermieri, altri 10 li abbiamo già assunti, così come 6 coadiutori amministrativi per il contact tracing e come i medici per le vaccinazioni».

LA SITUAZIONE
Il bollettino di ieri riportava 66 nuovi contagi, la metà dei quali già tracciati dal Sisp e posti in quarantena preventiva, e 56 nuove guarigioni. I polesani attualmente positivi salgono a 1.232, mentre 2.556 sono quelli in isolamento domiciliare. «C’è un forte impegno sull’attività di contact tracing - rimarca Simionato - fondamentale per arginare il contagio. A novembre il Dipartimento di prevenzione ha preso in carico e gestito 5.020 persone, delle quali 1.558 positivi, 3.421 contatti e 41 viaggiatori internazionali».
Per quanto riguarda le Rsa, sono guariti due dei tre operatori della Casa albergo di Lendinara e quello di Villa Agopian di Corbola, in compenso si registra un nono ospite contagiato alla Rsa di Rosolina e un operatore anche alla casa di riposo di Papozze. Le classi in quarantena, invece, sono 52 di primarie e secondarie, otto di materne e asili. I dati di un anno fa, comunque, erano decisamente peggiori: il 9 dicembre 2020 erano emerse 125 nuove positività, c’era stato un decesso, i ricoverati erano praticamente il doppio degli attuali, 122, dei quali 16 in Terapia intensiva, oltre il triplo, e nelle Rsa i casi erano 249 rispetto ai 18 odierni. Questo grazie all’effetto del vaccino che tuttavia riduce, ma non azzera la possibilità di sviluppare sintomi: dei 5 ricoverati in Terapia intensiva, 3 sono non vaccinati e 2 vaccinati, mentre negli altri reparti 31 sono i non vaccinati e 30 i vaccinati. «I pazienti vaccinati di media hanno dai 75 anni in su e comorbilità, i non vaccinati sono giovani e sani», precisa Rigo. Inoltre, l’apparente equilibrio deve essere rapportato al fatto che la platea dei vaccinati è pari a circa 212mila persone, mentre quella dei non vaccinati a 23mila.

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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