Altro frate contagiato, dopo Lendinara chiude anche il convento di Rovigo

Venerdì 13 Marzo 2020 di Francesco Campi
Il convento dei frati cappuccini di Rovigo
ROVIGO. Il numero dei contagiati in Polesine arriva a quota 17. Due, infatti, i nuovi casi accertati ieri, uno dei quali sempre per il “filone religioso”: un frate di 66 anni del convento dei cappuccini di Rovigo che ha a sua volta partecipato al “Capitolo ordinario della Provincia Veneta dei frati minori”, dal 2 al 7 marzo alla Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani di Camposampiero. Dopo il convento di Lendinara anche quello di Rovigo, quindi, si trova ora costretto a chiudere le proprie porte perché è scattato l’isolamento fiduciario per i frati, che inevitabilmente sono stati a contatto con il loro confratello. E anche per lui, che l’Ulss sottolinea essere in buone condizioni e con sintomatologia lieve, così come per altri tre dei quattro frati lendinaresi, uno di 43 anni, uno di 75 e uno di 83, non è stato ritenuto necessario il ricovero, ma l’isolamento all’interno del convento. L’unico dei frati risultati positivi che è stato ricoverato, nel reparto di Malattie infettive a Rovigo, è il più giovane, un 40nne del Convento di Lendinara.

LA CATENA DI SANT’ANTONIO
Quasi un terzo del totale dei casi scoperti in Polesine, 5 su 17, è quindi riconducibile alla catena di contagio partita dall’evento religioso di Camposampiero. Una sorta di cluster generatosi in un luogo di ritiro spirituale passando poi di chiostro in chiostro. Il secondo paziente la cui positività è emersa ieri, è un uomo di mezza età residente in Medio Polesine, con condizioni stabili, ma con una catena del contagio ancora non ricostruita.

CONTAGI TRIPLICATI
Vista la rapida crescita di contagi accertati, praticamente triplicati in una settimana, aumenta anche il numero delle persone in isolamento fiduciario, ovvero quanti presentano il cosiddetto “criterio epidemiologico” del contatto con una persona positiva. Alle 13 di ieri erano 235. Per quanto riguarda i tamponi eseguiti, sempre alle 13 di ieri, il loro numero è arrivato a 143: 125 con esiti fortunatamente negativi, uno in attesa di risposta e 17 positivi. Di questi pazienti, 11 sono stati già dimessi e sono in isolamento, 5 invece sono ricoverati in Malattie infettive e uno solo in terapia intensiva.

SITUAZIONE IN EVOLUZIONE
«La situazione è in divenire – spiega l’Ulss - L’ospedale di Rovigo viene attrezzato in questi giorni con nuove aree riservate a questi pazienti. Le attività ordinarie sono garantite, ma l’Azienda sta rimodulando spazi e tempi degli accessi ambulatoriali, soprattutto per le attività di chirurgia programmata e ambulatoriale del San Luca di Trecenta che viene ridistribuita sugli ospedali di Rovigo e Adria. Prelievi del sangue ed elettrocardiogrammi saranno eseguiti su prenotazione, per garantire la massima sicurezza degli operatori e dei pazienti». La responsabile dell’Urp Annalisa Boschini, spiega poi che «l’ufficio relazioni con il pubblico dell’Azienda, sito nella hall dell’ospedale, rimane aperto per essere al fianco dei cittadini, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 13 ed il martedì e giovedì dalle 8.30 alle 13 e dalle 15 alle 17. Vi preghiamo di non oltrepassare per nessun motivo la fascia di delimitazione e di preferire gli accessi telefonici, ai numeri 0425394151 - 0425394812 - 0425393239 - 0425393969, o via email, a urp.ro@aulss5.veneto.it».
DISTRIBUZIONE FARMACI
Il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella, che annuncia come si stia lavorando ad un percorso condiviso con Federfarma per la distribuzione dei farmaci a domicilio in tutto il Polesine, lancia un accorato appello: «Vi chiedo un atto di responsabilità, un atto di fede, come ho fatto io. Cambiate le abitudini quotidiane per il bene di tutti».
 
Ultimo aggiornamento: 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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