In Polesine chiusa una azienda su quattro. Cassa integrazione per 6.500 persone

Venerdì 10 Aprile 2020 di Alessandro Garbo
In Polesine chiusa una azienda su quattro. Cassa integrazione epr 6.500 persone (Foto di Peter H da Pixabay)
ROVIGO La macchina industriale è ferma da un mese, bisogna riaccendere il motore. È l'appello che lancia Gian Michele Gambato, vicepresidente di Confindustria Venezia-Rovigo. I numeri in Polesine, durante l'emergenza Coronavirus, sono allarmanti per il tessuto aziendale: «Lo stop di un mese ha creato problematiche importanti evidenzia Gambato Su 400 imprese associate a Confindustria un centinaio in provincia di Rovigo sono rimaste chiuse, ci sono quasi 6.500 lavoratori attualmente in cassa integrazione. È uno scenario preoccupante, diverse aziende scalpitano per la riapertura».

SETTORI IN CRISI
Ci sono settori che devono ricominciare, per scongiurare un aggravamento della crisi. «Il metalmeccanico, perché al seguito si porta quasi tutto risponde Gambato E poi non siamo indifferenti all'edilizia, che aveva già vissuto una pesante crisi in precedenza e sembrava essersi risollevata prima dello scoppiare del virus. Questi due settori, visto che altri sono già funzionanti, vanno messi in condizione di lavorare». Il vicepresidente fissa una data e poi motiva: «Speriamo che la Fase 2 parta da martedì prossimo con gradualità, rispettando i principi della sicurezza. Tra il Polesine e la provincia di Venezia lo Spisal ha effettuato più di mille controlli: solo un'esigua minoranza non ha osservato le misure di prevenzione, ma la quasi totalità delle aziende ha mostrato coscienza e maturità. Ripartire non è un'esigenza delle industrie, non è un interesse imprenditoriale, ma è per il bene del Paese. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che gli spazi liberi vengono occupati dai concorrenti stranieri. E in Germania le imprese stanno continuando a lavorare».

FONDI GOVERNATIVI
Gambato trova delle falle nel Decreto Liquidità. «Non è immediatamente attuativo, è previsto l'ok dall'Europa e poi serviranno altri due decreti. E poi, quando arriverà la prima erogazione di liquidità? s'interroga Inoltre gli istituti di credito hanno già detto che non elargiranno contributi a pioggia alle imprese, ma effettueranno istruttorie e verifiche. Oggi il vero nemico delle aziende è il tempo: servono strumenti compatibili e che immettano subito denaro».

LE PICCOLE IMPRESE
Artigianato e piccole imprese sono in affanno, colpite dalla crisi Coronavirus, anche in Polesine. L'intervento di Matteo Rettore, direttore di Cna Rovigo: «Le intenzioni del Governo Conte sembrano buone, poi bisognerà capire se le banche immetteranno tutti questi soldi. Lo Stato ha messo delle garanzie, adesso uno sforzo spetta al mondo bancario, che deve capire le esigenze delle piccole e medie imprese». È atteso a ore il responso del primo report in Polesine: «Abbiamo avviato una campionatura regionale e i dati che riguardano Rovigo dovrebbero arrivare sabato (domani, ndr) - anticipa Rettore - Comunque abbiamo 1500 associati e riceviamo ogni giorno moltissime telefonate, la gente è preoccupata. Ci sono settori in grandissima difficoltà, quelli che hanno sempre vissuto di liquidità corrente e mi riferisco a parrucchiere, barbieri, bar, ristoranti, pasticcerie, senza tralasciare il turismo. Una parte del tessile si è riadattata producendo mascherine e camici, ma i guadagni sono a zero, è un gesto di solidarietà».

RISCHIO ABUSIVATO
Rettore riporta a galla il fenomeno dell'abusivismo: «Ho ricevuto diverse segnalazioni che riguardano la provincia di Rovigo, ci sono parrucchieri ed estetiste, senza alcun titolo, che continuano a lavorare e vanno a casa delle persone. Il rischio è altissimo, si può contrarre il virus da un portatore asintomatico. Sono persone che lavorano in nero e danneggiano tutta la categoria, che invece rispetta le regole e paga le tasse. Il fenomeno dell'abusivismo si è rafforzato». Fase 2 e riapertura: «Darei il via libera a parrucchieri e barbieri, magari con un cliente per volta, su appuntamento. Secondo il mio punto di vista, potrebbero lavorare gli artigiani casa-bottega e chi lavora da solo - afferma Rettore - Forse bisognerà attendere qualche settimana per bar e ristoranti».
Ultimo aggiornamento: 16:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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