Veneto batte Francia e Germania: le piccole imprese sono il valore aggiunto

Martedì 13 Luglio 2021 di Maurizio Crema
Piccole imprese, il valore aggiunto per l'economia veneta
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VENEZIA - Il Veneto batte Germania e Francia. Secondo uno studio della Confartigianato regionale il valore aggiunto del manifatturiero Veneto (+ 8,1%), cresce più che in Germania (+ 5,4%) e Francia (+ 2,1%).

Quattro i punti di forza sui mercati internazionali: export totale, moda, mobili e metalmeccanica. «Al banco di prova del Covid è emerso che non è la grande dimensione il vero vantaggio ma la flessibilità e la capacità di produrre prodotti unici e su misura. In questo le nostre imprese artigiane sono in linea con le esigenze dei tempi - avverte in una nota il presidente di Confartigianato Veneto Roberto Boschetto -. Il problema non è la piccola impresa ma il contesto in cui si trova a operare. Penso alle lentezze della giustizia, alle farraginosità della burocrazia, alle pressioni eccessive del Fisco e alle difficoltà del credito». Boschetto a supporto di quest'analisi cita i dati dell'ultima elaborazione statistica dell'Ufficio Studi della Federazione.

«Una analisi che incrocia i dati dei conti nazionali europei forniti da Eurostat e quelli dei conti territoriali di Istat evidenzia che tra il 2015 e il 2019 il valore aggiunto del manifatturiero esteso (comprende estrattivo, energia e utilities) in Germania è salito del 5,4%, in Francia del 2,1% e in Italia dell'8,5%. Nel periodo in esame il 91,4% della crescita italiana proviene dalla prime dieci regioni manifatturiere di cui nove, tra le quali il Veneto è in sesta posizione con + 8,1%, crescono più della Germania. In tutte queste regioni la quota di addetti nelle micro e piccole imprese è del 51% a fronte del 19,7% della manifattura tedesca. In particolare in Veneto la percentuale è del 64,2% e riguarda un milione e 105 mila addetti. Il che ci porta alla considerazione che le piccole imprese venete e italiane sono più produttive delle colleghe tedesche».


L'ufficio studi ha individuato quattro casi che confermano la forza sui mercati internazionali dei territori caratterizzati dalla presenza diffusa di piccole imprese. Tutti e 4 con il Veneto tra i protagonisti. In una classifica ibrida con i paesi Ue, il quadrilatero produttivo di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con 276 miliardi di export nel 2020, si colloca al quinto posto per export totale, dietro a Germania, Paesi Bassi, Francia, Belgio. Nel contesto di leadership europea del made in Italy del tessile, abbigliamento e pelle, le prime otto province italiane esportatrici di prodotti della moda - Firenze, Milano, Vicenza, Treviso, Verona, Prato, Bologna e Reggio nell'Emilia - vendono all'estero, da sole, più dell'intera Francia. Le 12 province dell'arredamento della pianura padana (Udine, Pordenone, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Como) nel loro complesso sono il terzo esportatore di mobili, dietro a Polonia e Germania. Infine il triangolo dei macchinari di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto concentra oltre i due terzi (68,8%) delle esportazioni italiane per 49,8 miliardi, solo il Veneto ne realizza per 11,6 miliardi (16,1%).


ECONOMIA CIRCOLARE

«Siamo in linea con i principi dell'economia circolare», avverte Boschetto che ricorda come il punto debole delle piccole imprese sia l'occupazione: «Molti piccoli imprenditori non riescono a trovare personale adeguato. Si parla molto degli Its ma si dimentica che è tutto il sistema dell'istruzione tecnica a essere stato trascurato. Inoltre sarebbe necessario pensare a forme di facilitazione del passaggio del testimone da una generazione all'altra».

Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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