Restrizioni e date incerte, le palestre venete al tappeto: «Molte non riapriranno»

Giovedì 7 Maggio 2020 di Melody Fusaro e Carlo Malvestio
Restrizioni e date incerte, le palestre venete al tappeto: «Molte non riapriranno»
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Il conto alla rovescia è iniziato. Il ministro dello sport Spadafora sta lavorano per anticipare la riapertura dei centri fitness ma anche di piscine e centri sportivi. Data iniziale primo giugno, obiettivo 18 maggio. Più probabile il 25 maggio, visto che per i gestori sarà complicato in pochi giorni, garantire tutte le regole di sanificazione e distanziamento con ingressi scaglionati. Nelle palestre più piccole si potrà andare solo appuntamento. Vietato l'uso degli spogliatoi. Niente lezioni di gruppo. O meglio saranno ridotte al minimo con almeno due metri di distanza: calcolato che lo spazio ideale è di 7 metri a persona. I coach dovranno indossare guanti e mascherina. Gli attrezzi sanificati dopo ogni utilizzo. All'ingresso e all'interno dei locali dovranno esserci dispenser per il disinfettante.

«COSÌ NON VA»
«È un disastro. Abbiamo bisogno di linee guida chiare e valide per sempre - afferma Pier Cadamuro titolare della palestra Treviso Ring, punto di riferimento dei boxeur della Marca dove si allena l'azzurra Flavia Severin -. Non possiamo correre il rischio di riaprire e magari fermarci di nuovo in autunno se il virus dovesse fare riscattare il lockdown. Chi ti dice di chiudere poi ti darà da mangiare? Abbiamo famiglia. Vivere nell'incertezza: è questo il danno maggiore. Ci abbiamo già rimesso un patrimonio. Non possiamo aspettare ancora in eterno. Poi ogni titolare deciderà se converrà o meno riprendere l'attività. Ma con il caldo chi tornerà davvero in palestra?». «Riapriremo ma non sarà facile spiega Vittorio Casellato, maestro di judo e gestore di Sports Team a Treviso -. Metteremo la prenotazione per appuntamento, così solo metà delle persone accederanno alla palestra». Le sanificazioni aumenteranno i costi: «Sarebbe opportuno che le istituzioni ci venissero incontro economicamente, altrimenti c'è il serio rischio che qualcuno chiuda».

LE STRATEGIE
Incertezza totale anche tra i gestori di palestre veneziani. Mentre qualcuno prova a fare un passo avanti, proponendo un proprio protocollo e chiedendo alla prefettura di approvarlo per anticipare i tempi, la quasi totalità delle palestre è in balia di date e misure di distanziamento sociale che continuano a cambiare, costringendo a studiare piani A, B e C per farsi trovare pronti alla riaperture. Qualcuno però teme che non sarà possibile far ripartire le attività nel caso in cui si dovessero confermare distanze proibitive tra gli atleti. Nelle palestre più piccole della città si rischierebbe di ritrovarsi ad aprire per sole 5 persone alla volta, condizione che non renderebbe sostenibili le spese. Altro vincolo che non convince i titolari delle palestre è quello del divieto di utilizzare docce e spogliatoi, imposizione che solleva anche molti dubbi in fatto di igiene. Non spaventano invece le misure di sanificazione: in tutte le palestre l'igienizzazione era già un'attività quotidiana e l'ipotesi di potenziarla non sembra essere un problema. Così come la necessità di chiedere agli iscritti di allenarsi con la mascherina. Qualcuno, a Mestre e in provincia sta invece provando a dialogare con i Comuni per ottenere spazi all'aperto in cui spostare, quando il meteo lo permette, le attività di aerobiche o le lezioni di gruppo, rimettendo in moto anche i tanti abbonati che hanno già fatto sapere di aver paura di rientrare in palestra.

Barbara Favretto, presidente di Asd Two be fit, conta di poter utilizzare il proprio spazio privato all'esterno della palestra di via Ca' Rossa a Mestre. Valeria Casotto di Smartfit ha invece aperto un dialogo con il Comune di Spinea sperando di poter utilizzare aree pubbliche per trasferire qualche corso che non richiede attrezzature particolari. Giuseppe Baldan, presidente dell'Asd Club Delfino di Venezia, prova ad accelerare: «Abbiamo presentato il nostro piano di sicurezza alla prefettura con tutte le precauzioni necessarie in un ambiente come il nostro: non solo mascherine, guanti e gel ma anche ingressi contingentati che saranno gestiti con le prenotazioni tramite la nostra applicazione. Garantiremo inoltre 20 metri quadrati a persona per il piano allenamento e l'istruttore che sorveglia. Abbiamo disinfettato gli ambienti e acquistato copriscarpe e camici monouso per la zona riabilitativa. Un protocollo serio che abbiamo messo a disposizione anche della Regione. Se arriva il via libera della prefettura noi siamo pronti ad aprire anche domani mattina». 
 
Ultimo aggiornamento: 15:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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