Quesito ambiguo nel test, maestro bocciato: il Tar affida il caso all'Università

Venerdì 8 Marzo 2024 di Angela Pederiva
Quesito ambiguo nel test, maestro bocciato: il Tar affida il caso all'Università
VENEZIA - La risposta esatta era davvero solo una, o piuttosto la domanda era mal formulata? È l'interrogativo che pende sul concorso del 2023 per insegnanti di educazione motoria nelle scuole primarie del Veneto. Un aspirante maestro è stato bocciato per aver sbagliato un passaggio della prova scritta e per questo ha presentato ricorso contro il ministero dell'Istruzione davanti al Tar del Lazio, il quale ha affidato la risoluzione del dilemma all'Università del Foro Italico, l'unica interamente dedicata alle scienze sportive. 


IL QUIZ


Ma qual è il quesito contestato? «Uno degli obiettivi di apprendimento dell'educazione fisica previsto nella sezione "Il gioco, lo sport, le regole e il fair play" delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, emanate con Dm n. 254/2012, è...?». Quattro le risposte proposte dagli esaminatori, di cui soltanto una corretta, secondo le regole del quiz: «a) partecipare attivamente alle varie forme di gioco, anche quelle organizzate in forma di gara b) vivere la vittoria con agonismo dimostrando contrarietà nell'accettare la sconfitta c) realizzare strategie di gioco e mettere in atto comportamenti collaborativi d) saper utilizzare l'esperienza motoria acquisita per risolvere situazioni nuove o inusuali». 


I PUNTI


Per la commissione nazionale, la soluzione corretta è «partecipare attivamente alle varie forme di gioco, anche quelle organizzate in forma di gara». È stata invece giudicata errata la scelta del candidato di barrare come giusta la risposta «realizzare strategie di gioco e mettere in atto comportamenti collaborativi». Perciò gli sono stati assegnati complessivamente 68 punti, anziché 70, soglia utile per il superamento del test e l'ammissione all'orale. Di conseguenza al Tribunale amministrativo regionale del Lazio sono stati impugnati tutti gli atti, compresi il sistema di correzione automatico del questionario e i verbali della commissione che ha approvato le domande e le risposte, «tutti a riguardo della erroneità del quesito in argomento e dell'erronea omessa attribuzione di punteggio» anche alla risposta indicata dal concorrente. 


LA FORMULAZIONE


L'impressione è che la formulazione complessiva fosse caratterizza da una certa ambiguità.

Le indicazioni fornite dal decreto ministeriale citato dal quesito, pongono come obiettivo che gli alunni devono raggiungere quello di «partecipare attivamente alle varie forme di gioco organizzate anche in forma di gara, collaborando con gli altri». Il problema è che la risposta considerata giusta contiene metà del concetto (la partecipazione attiva), mentre la risposta reputata sbagliata menziona l'altra metà (la collaborazione). Come se ne esce? In ballo c'è pur sempre un posto di lavoro a scuola. I giudici hanno concluso che occorre una «specifica attività istruttoria», in quanto «appare opportuno accertare, ai fini della decisione in merito, la correttezza e l'univocità della risposta ritenuta esatta dal Ministero». Pertanto è stato nominato il rettore dell'Università del Foro Italico, con possibile delega a un professore ordinario, affinché stabilisca se «vi siano posizioni nella letteratura scientifica in materia, tuttora riconosciute come valide ed attestate, in base alle quali la risposta fornita» dal ricorrente «sia da ritenersi corretta o se invece la stessa si presti ad essere un mero "distrattore" rispetto all'unica risposta da considerarsi corretta». Al verificatore è stato chiesto pure di chiarire un altro dubbio e cioè se «la domanda e tutte le risposte indicate siano da ritenersi errate o scorrette». Per la "perizia" serviranno 45 giorni.

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