VENEZIA - Lista Zaia: Tajani dice no, Salvini glissa, Luca Zaia insiste. In attesa di conoscere quando si andrà alle urne (Zaia spera ancora in un election day almeno con alcune delle sei Regioni interessate, «e comunque c’è tempo»), nel dibattito politico vanno registrati due dati. Il primo è che non è detto che questa settimana si riunisca nuovamente il tavolo del centrodestra e anche se succedesse il Veneto resterebbe in fondo all’elenco. Il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, è stato netto: «Non si tratta di fare in fretta, ma di fare bene e trovare i candidati vincenti. Nelle Marche siamo tutti impegnati per Acquaroli» (Aquaroli è il governatore uscente di stretta fede meloniana dato da molti in bilico nonostante la tegola giudiziaria che ha colpito lo sfidante del centrosinistra Matteo Ricci). Il secondo dato è che Luca Zaia insiste per la Lista Zaia, ma non dice se eventualmente si candiderà in consiglio regionale («Ad oggi non c’è nessuna notizia, siamo ancora al riscaldamento a bordo campo», ha detto ieri sera a Ponte San Nicolò, Padova, a margine della presentazione del suo libro) e soprattutto chi saranno, eventualmente, i candidati zaiani, se solo leghisti o se il campo sarà allargato («Non ne ho la più pallida idea, aspettiamo la decisione»).
Lista Zaia, Tajani: «Non mi pare una buona idea, si crea un po' di confusione nell'elettorato»
I precedenti
L’ultima volta, 2020, in Lista Zaia c’erano solo leghisti (unica eccezione Stefano Valdegamberi che poi però per un periodo ha contribuito alle casse della Lega). La volta precedente, 2015, idem, tranne un paio di “indipendenti” comunque non eletti. Il debutto nel 2006 in Provincia di Treviso, quando la Lista Zaia aveva il Leone di San Marco e sosteneva il poi presidente vincente Leonardo Muraro. Nel 2018 c’è stata una lista Zaia-Gentilini a sostegno di Mario Conte in Comune a Treviso. Nel 2002 in Provincia di Treviso c’era stata invece la spaccatura del centrodestra, con l’uscente e ricandidato Luca Zaia (Lista Lega 27%, lista Forza Marca 6,71%) che aveva umiliato il candidato di FI, An e Udc: manco era arrivato al ballottaggio.
Valore aggiunto
A Castelfranco, al cantiere della nuova radioterapia dello Iov, il governatore ieri ha detto che la Lista Zaia è un valore aggiunto, che al momento non è stato coinvolto al tavolo del centrodestra ma che sicuramente dirà la sua. Testuale: «Non sono coinvolto e non so nulla di quello che sta accadendo: mi sono fatto l'idea che siamo ancora al riscaldamento a bordo campo, a me non risulta che si sia deciso nulla». Al momento opportuno farà sentire la sua voce: «Ho sempre detto che sono a disposizione. Quando verrà deciso qualcosa, se non sono stato coinvolto dirò la mia. Lo dico non in maniera provocatoria: consegniamo una Regione all'avanguardia su molti profili a partire da sanità, senza difficoltà di bilancio, con infrastrutture appena realizzate e con Olimpiadi invernali per le quali mi sono impegnato in prima persona. Penso che conoscendo per bene l'amministrazione regionale, i veneti, e soprattutto cosa c'è ancora da fare in futuro sia fondamentale che si pianifichi una nuova amministrazione che sia rispettosa di un progetto che deve essere sempre di qualità». Occhio: «Quando si inizierà a parlare sul serio è ovvio che io porrò la questione di una Lista Zaia. I sondaggi lo dimostrano con i fatti». Ma la Lista Zaia sarebbe un soggetto politico? «Ho sempre avuto una lista civica e non l'ho mai utilizzata come soggetto politico. Se il centrodestra non accetta la Lista Zaia, la Lista Zaia non può essere presentata perché deve avere una firma di accettazione del candidato presidente». Ma se il centrodestra dicesse no, la Lista Zaia potrebbe correre al di fuori del centrodestra? «Non voglio neanche commensurare questa ipotesi. Penso ci siano i tempi e la maturità per fare una valutazione seria di continuare come si è sempre fatto. Questa è una civica che mi segue da quando ero presidente della Provincia e non è un soggetto politico, io stesso sono iscritto al gruppo della Lega, non alla Lista Zaia. Ma è una occasione per parlare a quei cittadini che alla politica non si avvicinano».
Lo stop
In ogni caso, Tajani non ci sente: «Una lista Zaia? I partiti devono fare le loro liste. Se si fa una lista diversa dal proprio partito è un po' singolare, non mi pare una buona idea perché se poi ognuno si mette a fare liste personali si crea un po' di confusione nell'elettorato. Ne parleremo». Replica del capogruppo leghista in consiglio regionale, Alberto Villanova: «La Lista Zaia non crea confusione, ma consenso. La confusione, piuttosto, è creata da chi vota contro il bilancio previsionale della Regione, da chi non perde occasione per attaccare dall’interno la sua stessa maggioranza di centrodestra». E Matteo Salvini? Il segretario della Lega pare non sposare la causa: «Questa è una discussione giornalistica che interessa i giornalisti, io e Luca ci sentiamo spesso, a me interessa garantire il buon governo del Veneto. Quando ci sarà il candidato saprete nome e cognome ma né io né Luca io passiamo le notti pensando a questo». Ne approfitta a punzecchiare il segretario del Pd veneto Andrea Martella: «Il centrodestra fa scegliere il candidato a Roma, altro che autonomia».