VENEZIA - Intesa raggiunta oggi, 26 maggio, alla Prima commissione del Consiglio regionale del Veneto, per la costituzione di una Commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia.
«Il compito - affermano in una nota le opposizioni consiliari - sarà quello di accertare cause ed eventuali responsabilità in particolare per quanto riguarda l'aumento dei contagi e dei decessi nella seconda ondata. Capire cosa è successo da ottobre a marzo, visto che nella prima fase il sistema veneto aveva retto, resta per noi la priorità. E per questo il numero di soggetti da ascoltare in audizione è ampio: dai rappresentanti del personale sanitario e sociosanitario, a quelli di comitati e associazioni rappresentative di familiari di persone morte per Covid e ancora virologi, epidemiologi, tecnici ed esperti del settore sanitario e chiunque possa apportare ogni elemento conoscitivo utile».
La Commissione, che dovrà concludere i lavori entro il 30 novembre con una sola possibilità di proroga, sarà composta da 10 consiglieri di maggioranza e cinque di opposizione, a cui spetta la presidenza. Dovrà verificare, tra l'altro, se l'uso dei tamponi rapidi di prima e seconda generazione per testare il personale sanitario e sociosanitario, e le minori restrizioni alla mobilità personale rispetto ad altri territori, possano aver inciso sull'elevato numero di contagi e decessi. Le sedute saranno pubbliche, ma l'Ufficio di Presidenza in alcuni casi potrà disporre le 'porte chiusè, motivando la decisione.