«Con il fiuto di Ice risolviamo i misteri»: il meticcio salvato dal canile che sa trovare corpi umani

Giovedì 22 Luglio 2021 di Vittorio Pierobon
«Con il fiuto di Ice risolviamo i misteri»: il meticcio salvato dal canile che sa trovare corpi umani

Cristina Bedolla è la conduttrice di un fantastico cagnolino meticcio addestrato da anni a scovare tracce e resti umani. Entrambi hanno partecipato alle ricerche della giovane pakistana Saman. E ora sono finiti in un giallo di Ilaria Tuti.

Si chiama Ice, è un cane specializzato nel trovare corpi, o resti di corpo umano, nascosti nei luoghi più impervi. Recentemente ha contribuito al ritrovamento dei resti di Federica Farinella, la modella di Chiusano d'Asti scomparsa nel 2001. Ma non ha trovato tracce di Saman, la giovane pachistana che si sospetta sia stata uccisa dai familiari.

Ha perlustrato le campagne di Novellara, ma non ha sentito la presenza del corpo della ragazza. Ciò non significa che abbia fallito - anche perché raramente ha sbagliato nella sua carriera - forse la soluzione del giallo della scomparsa di Saman va cercata altrove. 


IL PROTAGONISTA

Ice è un meticcio fantastico, salvato dalla detenzione in un canile, e addestrato a cercare e segnalare la presenza di tracce ematiche. La sua storia si interseca con quella di Cristina Bedolla, impiegata di banca di Lugano di 58 anni, da sempre innamorata dei cani, e con quella di Ilaria Tuti, la scrittrice di Gemona del Friuli, che  ha usato nella finzione letteraria Ice e la sua conduttrice (nascosti con i nomi di Smoky e Blanca) per risolvere il caso della Ninfa dormiente.  Un intreccio di vicende che ha come denominatore comune Ice. «L'ho trovato in Facebook, era ospite di un canile di Campobasso - racconta Cristina - È stato amore a prima vista, ma ho dovuto lottare per convincere i volontari del canile a farmelo adottare, perché volevano seguire il suo inserimento, ed io abito lontano, a Lugano. Alla fine, nessuno lo voleva, perché è bruttino, e me l'hanno assegnato». Era il 24 luglio del 2014, l'età presunta di Ice era 4-5 anni. «Ho dovuto lavorare molto con lui. Era insicuro, aveva paura delle persone di sesso maschile. Si capiva che aveva avuto brutte esperienze. Era traumatizzato. Mi ha colpito la sua grande predisposizione ad annusare, era sempre con il naso per terra».


L'ISTRUTTRICE 

Cristina di cani se ne intende: è un istruttore cinofilo, certificato dalla Società cinologica svizzera, specializzata in detection. In passato con Quark, un fox terrier, si dedicava alla agility dog, prove di abilità su percorsi ad ostacoli. Con Ice ha fatto un balzo in avanti: cane da ricerca di sostanze. Non chiamiamolo cane molecolare, lei contesta questa definizione molto di moda: «I cani molecolari sono un'invenzione di voi giornalisti. Tutti i cani sono molecolari, perché fiutano le molecole. Ice e quelli addestrati come lui, fiutano il sangue o altri odori rilasciati dal corpo umano dopo il decesso. È diverso rispetto a un cane da tracking o da trailing che seguono una traccia o una pista di un essere vivente. Il mio segue l'odore del corpo». Odori che permangono anche dopo la morte. Un tipo di addestramento che in Italia non è possibile, perché nel nostro Paese è illegale detenere resti umani, indispensabili per la preparazione dell'animale. In Svizzera, invece,  previa autorizzazione del Comitato etico, è possibile.


I CRITERI

«Abbiamo iniziato l'addestramento usando la placenta, perché contiene l'80 per cento degli odori umani, esclusi quelli di ossa, unghie e capelli. Una volta si chiamava imprinting dell'odore: i ricettori olfattivi, che hanno una vita limitata di 30-60 giorni, ne trasmettono la memoria a quelli nuovi. La definizione più corretta è colonizzazione olfattiva. Dopo tre-quattro settimane un cane è in grado di segnalare l'odore target, ma l'addestramento è molto più lungo, perché l'animale deve imparare a cercare ovunque. Lui è istintivamente portato ad annusare per terra, ma se si devono trovare tracce minime bisogna esplorare il territorio in tutte le direzioni e dimensioni. Mi spiego con un esempio: se Ice deve controllare un autobus, significa fiutare non solo il pavimento, ma tra i sedili, sul tetto, tra i comandi, in tutte le intercapedini. Insegnare queste abilità può durare mesi». 


LAVORO IN SIMBIOSI

Cristina parla con passione di questa insolita attività. L'argomento è tosto, perché le ricerche riguardano cadaveri di persone, in genere assassinate, ma lei ha il dovuto distacco professionale. E una assoluta riservatezza: non può svelare gli esiti. Anche nel caso del ritrovamento di Federica Farinella non si attribuisce meriti specifici: «È stato un lavoro di squadra, c'erano anche un criminologo e un entomologo, abbiamo collaborato sommando i risultati delle nostre competenze. Per quanto riguarda Ice, non sbaglia mai, semmai siamo noi a non capire i suoi segnali». Cane e conduttore, infatti, operano in simbiosi. Turni di lavoro di 15-20 minuti, perché l'animale non va stressato. Il suo padrone deve essere abile a cogliere i segnali. Se il ritrovamento è certo Ice punta un luogo preciso, se invece ci sono tracce meno evidenti e sparse, bisogna capire i movimenti della coda e il modo di annusare.


BINOMIO INSCINDIBILE

«Io e Ice ci intendiamo perfettamente - spiega Cristina - se c'è qualcosa lui sicuramente la sente. Il fatto che non trovi, non significa che ha fallito, perché noi cerchiamo dove si presume ci sia qualcosa, però non c'è la certezza». Come appunto nel caso di Novellara. Da hobby la detection è diventata un'attività impegnativa. Cristina, assieme a Paolo Riva, giornalista della radiotelevisione svizzera e grande cinofilo, ha costituito la Detection dogs Ticino, associazione senza scopo di lucro, che si occupa di Hrd, (Human remains detection) ovvero Ricerca di resti umani. 


PROFUMI E MUFFE

Lavorano su chiamata degli investigatori. Ice, Hulk, il cane di Riva, e una ventina di altri animali. Sono specializzati in vari tipi di ricerca degli odori: muffe, insetti, cellulari e persino carte di memoria. Tutto lascia tracce olfattive. Intervengono nei casi più complicati, soprattutto quando non si trova il cadavere, ma c'è il forte sospetto che debba esserci. Spesso operano in Italia. «I motivi sono due - chiarisce Cristina - Nel Canton Ticino in Svizzera, dove abbiamo la sede, non ci sono molti episodi di criminalità di questo tipo e in Italia, invece, non ci sono cani con questo tipo di addestramento». L'incontro con Ilaria Tuti è avvenuto tramite un comune amico.


LA GIALLISTA

Nella testa della scrittrice si è accesa una lampadina: Ice era perfetto per entrare nella storia che stava scrivendo, incentrata nella ricerca di una spiegazione alla scomparsa di una ragazza avvenuta oltre settant'anni fa, in Val Resia in Friuli. Come nel giallo, anche nella realtà, Ice spesso è stato decisivo per risolvere delicate indagini. Dove lui punta bisogna scavare. Gli investigatori lo sanno e eseguono i suoi ordini. Ora per lui si avvicina l'età della pensione. «Secondo le stime del veterinario dovrebbe avere circa 12 anni. Non voglio sfruttarlo - dice Cristina - quando l'ho adottato cercavo solo un amico. Un cane ti dà delle sensazioni e delle emozioni che è difficile descrivere. Ice, oltre a questo, si è dimostrato un gran lavoratore. Mi sembra giusto che presto abbia il meritato riposo. Se l'è guadagnato». In  futuro sarà libero di annusare, senza lo stress di dover trovare un cadavere. 

(vittorio.pierobon@libero.it) 

Ultimo aggiornamento: 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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