VENEZIA - «Non si proceda all’esame del progetto di legge 23, quello sull’Azienda Zero, senza prima aver affrontato la modifica e l’aggiornamento del Piano socio-sanitario». È quanto chiedono in una nota, a nome del Partito democratico, la capogruppo dem in consiglio regionale del Veneto Alessandra Moretti e il collega Claudio Sinigaglia. I due hanno depositato una proposta di Piano socio-sanitario contenente le linee guida di una «vera e non improvvisata» riforma del sistema sociosanitario veneto. «Si propone di ridefinire il bacino di riferimento delle Ulss, adottando come parametro un numero di abitanti compreso tra 400.000 e 500.000, eccezion fatta per la specificità del territorio montano e del polesine. E’ un passaggio fondamentale, da sottoporre a nostro parere al giudizio delle Conferenze dei sindaci, e che è diventato obbligatorio dopo che il Presidente Zaia ha infranto l’obbiettivo delle ulss provinciali e ha creato il sistema “arlecchino”». Il Pd chiede poi che la Conferenza dei sindaci, il Piano di zona, i Distretti e i Dipartimenti di salute mentale, di Prevenzione e delle Dipendenze «siano configurati sulle 21 ulss ora esistenti». E lancia inoltre l'Agenzia Veneta socio-sanitaria per l'esercizio di funzioni tecniche e amministrative di supporto (gare, concorsi, informatizzazione, acquisti): «Non un altro carrozzone tipo Veneto Sanità, ma l’accordo tra i direttori generali per raggiungere gli obiettivi di razionalizzazione del sistema e di lotta agli sprechi».
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