VENEZIA - Nei primi tre mesi della campagna vaccinale, in Italia sono state segnalate 46.237 sospette reazioni avverse, su un totale di 9.068.349 dosi inoculate.
LA PREMESSA
L'indagine si è basata sui dati del sistema di farmacovigilanza, a cui sanitari e pazienti inviano i riscontri di quanto osservato dopo la somministrazione del vaccino. «Ciò non significa avvertono gli analisti che queste reazioni siano state causate dal vaccino. Potrebbero essere un sintomo di un'altra malattia o potrebbero essere associate a un altro prodotto assunto». La premessa è che bisogna distinguere fra «evento avverso» (qualsiasi episodio sfavorevole che si verifica dopo la somministrazione, ma che non è necessariamente provocato da quella), «reazione avversa» (risposta nociva e non intenzionale per la quale è possibile stabilire una relazione causale con la vaccinazione) ed «effetto indesiderato» (effetto non intenzionale del vaccino che non è necessariamente nocivo ed è considerato accettabile).
I MARCHI
Dal 27 dicembre al 26 marzo, le segnalazioni di sospette reazioni avverse sono state 510 ogni 100.000 dosi somministrate. Rispecchiando le proporzioni di utilizzo dei tre diversi marchi, i casi hanno riguardato soprattutto PfizerBiontech (81%), seguito da AstraZeneca (17%) e Moderna (2%). Nell'87% delle circostanze, gli eventi sono insorti nel giorno della vaccinazione o in quello successivo. Per la maggior parte si è trattato di febbre, cefalea, dolori muscolari o articolari, brividi e nausea.
IL GENERE E L'ETÀ
Il tasso di segnalazione risulta pari a 510 ogni 100.000 iniezioni. Spicca una differenza di genere: 299 sono di uomini e 645 di donne, la cui diversa risposta immunitaria «sembra incidere sulla frequenza e sulla gravità delle reazioni avverse alla vaccinazione, soprattutto in relazione a febbre, dolore e infiammazione». Leggermente più numerose dopo il richiamo, rispetto alla prima dose, le attestazioni decrescono con l'aumento dell'età. La media è di 46 anni, dopo i 70 l'andamento crolla. Nel periodo considerato sono stati registrati 6 casi riguardanti bambini, allattati al seno, le cui madri erano state immunizzate. Complessivamente le situazioni definite «gravi» sono state il 7,1%. Le reazioni anafilattiche, studiate in particolare dal Veneto, sono state sull'ordine di 8,8 casi ogni milione di dosi. Quanto alla presunta connessione fra eventi tromboembolici e AstraZeneca, sono stati segnalati 11 casi con 4 vittime.
I MORTI
Con un'età media di 81,4 anni, i decessi segnalati sono stati 76 per Pfizer, 12 per Moderna e altri 12 per AstraZeneca. Per ora sono stati valutati due terzi del totale: «Il nesso di causalità è risultato non correlabile nel 38% dei casi, indeterminato nel 22% e inclassificabile per mancanza di informazioni necessarie all'applicazione dell'algoritmo nel 3%». L'unica morte per cui il legame è stato accertato riguarda un 79enne, con una storia clinica di ipertensione arteriosa, triplice by-pass aortocoronarico, impianto di pacemaker e insufficienza cardiaca grave.