PORDENONE - Due cugini albanesi di 32 e 35 anni, entrambi residenti in provincia di Pordenone, sono stati condannati a 6 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno per violenza sessuale di gruppo.
L'AGGRESSIONE
La vicenda risale alla fine dell'estate del 2017. Uno dei cugini accompagnò a casa la donna, poco dopo arrivò anche l'altro parente. «Era consenziente», si sono difesi. Ma lei ha raccontato una storia ben diversa. Spintonata e fatta cadere sul letto, è stata minacciata e presa per il collo fino a impedirle di respirare. «Tu pensi di fare questo a me?», sarebbe stata la reazione del 32enne che le stringeva il collo. La vittima ha cercato di chiedere aiuto usando il telefonino, ma è stata inseguita dal 35enne, che le ha strappato di mano il telefonino. «Osi fare questo a me?», è stato l'avvertimento. Abusata da entrambi i cugini e trattenuta con la forza, quando è rimasta sola ha chiamato il 113 e un amico che l'ha accompagnata in ospedale.
LA DIFESA
Gli imputati erano difesi dagli avvocati Stefano Arrigo, Claudia De Pellegrin e Isabella Cipolat Gotet. Nelle loro arringhe hanno evidenziato che si è trattato di una vicenda molto controversa, che nemmeno le testimonianze raccolte in aula avrebbero aiutato a chiarire. «Il cugino arrivato in un secondo momento nell'appartamento della vittima - hanno ricordato - era passato perché dovevano uscire insieme, tanto che in macchina ad aspettarli c'erano altri amici». Perplessità sono state sollevate sul referto medico: «Non evidenzia lesioni di alcun tipo, nemmeno da difesa». E sul fatto che la donna non ha presentato querela. Ma sono argomentazioni che non hanno convinto il collegio presieduto dal giudice Eugenio Pergola, con a latere i colleghi Iuri De Biasi e Milena Granata. Oltre alla pesante condanna, ai due imputati sono state applicate tutte le pene interdittive previste dal Codice penale.