Accise e terremoti, l'attacco del politico trapanese di Fdi: «Al Friuli più fondi che al Belice, troppi soldi, Sicilia tradita»

Poi rincara la dose: "Stessi danni e uguale numero di morti". Ma i dati storici disegnano un quadro diverso

Martedì 17 Gennaio 2023 di M.A.
Accise e terremoti, l'attacco del deputato trapanese di Fdi: «In Friuli troppi soldi, Sicilia tradita»

Entrambe le tragedie sono ancora dentro. Fanno parte della lunga lista che compone le accise, tasse che ancora oggi concorrono a comporre il prezzo finale del carburante al consumatore. Il terremoto del Belice colpì la Sicilia Occidentale 55 anni fa, la notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968. In Friuli il sisma avrebbe devastato il Gemonese otto anni dopo. Magnitudo simile (6.4 Richter il Belice, 6.5 il Friuli nel ‘76), storie di ricostruzione diverse. Non a caso esiste - imitato - un “modello Friuli” e non un modello Belice.
Paragone sbagliato?
Non secondo il consigliere regionale siciliano di Fratelli d’Italia Nicola Catania, sindaco di Partanna (Trapani). Durante le commemorazioni per il sisma del 1968, infatti, il deputato regionale meloniano ha rivendicato proprio il diverso trattamento che avrebbero ricevuto le due regioni colpite da alcuni dei terremoti più devastanti del Novecento. «Il Friuli ha avuto molto più di noi», questa la tesi di Catania.


L’ATTACCO
Poche parole, ma dirette, quelle pronunciate dal deputato regionale di Fratelli d’Italia in occasione dell’anniversario del terremoto del Belice. «Lo Stato non può trattare in maniera differente Nord e sud.

La Valle del Belice ha avuto assegnato un finanziamento complessivo in 55 anni che rappresenta un terzo di quanto è stato dato al Friuli Venezia Giulia in 7 anni. Qui non siamo cittadini di serie B. Oggi il Belice ha bisogno di un sostegno statale energico». Trattamenti dispari, che incidono - secondo chi attacca - ancora oggi nonostante siano passati più di 50 anni dagli eventi siciliani. Ed effetti che si fanno sentire ancora sotto forma di accise. 


LA SPIEGAZIONE
Contattato, il primo cittadino di Partanna nonché coordinatore dei sindaci del Belice da 15 anni, non ha fatto marcia indietro: «I miei sono numeri che ognuno può verificare, perché figli di conti fatti dalla Ragioneria dello Stato. Al Friuli Venezia Giulia sono finiti molti più soldi per il terremoto». 
Poi la frase più dura e cruda: «Tutto ciò - ha rincarato la dose il politico siciliano di Fratelli d’Italia - a parità di danni e morti». Qui però la storia (quella certificata) dice altro: in Friuli il 6 maggio del 1976 morirono in una sola sera 990 persone. In seguito alle scosse del Belice, invece, si parla di un bilancio compreso tra le 231 e le 370 vittime, dal momento che i conteggi non sono mai stati completati in modo univoco tra le varie fonti. 
Novantamila, inoltre, gli sfollati generati dal sisma del 1968 nella Sicilia Occidentale. Oltre 100mila, invece, i friulani che rimasero senza un tetto.

 
LA TESI
Catania però tira dritto: «Il Belice - spiega proseguendo sulla linea del paragone - ha ricevuto in un ventennio circa 11mila miliardi di Lire. Il Friuli Venezia Giulia in soli sei anni ne ha presi 29mila. La norma statale sul Belice, poi, prevedeva una fase di risanamento e rilancio economico che di fatto non è mai iniziata. In Friuli Venezia Giulia, invece, tutto questo è successo. La disparità è evidente». 


IL TENTATIVO
Al termine del ragionamento, il deputato regionale di Fratelli d’Italia ha provato a inquadrare meglio la sua posizione: «Non sto proponendo una competizione tra il terremoto del Friuli Venezia Giulia e quello della mia terra. Sto solo sottolineando un trattamento riservato a un territorio di Serie A (il Friuli) e a uno di Serie B, cioè il Belice. Siamo contentissimi che il Friuli ce l’abbia fatta così bene, ma ricordiamoci che il suo modello è nato in seguito al fallimento della ricostruzione del Belice».

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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