Sicurezza, telecamere sugli autobus contro gli attacchi dei bulli agli autisti

Sabato 6 Agosto 2022 di Loris Del Frate
Controlli in autostazione a Pordenone

Se va male aggrediti e picchiati, come è successo nelle ultime settimane a Udine e Trieste. Se va meglio insultati, sbeffeggiati e minacciati, come succede quasi ogni giorno anche a Pordenone. È il destino degli autisti dei bus, urbani ed extraurbani. Un problema che le aziende del trasporto pubblico cercano di risolvere da tempo, senza però venirne a capo. È emblematico quello che dice il presidente dell’Atap, Narciso Gaspardo. «Non puoi mai sapere chi sale sull’autobus. Di gente strana ce n’è tanta in giro e quello che gli passa per la testa è impossibile saperlo. E quasi un terno al lotto». Non a caso una buona parte degli autisti dei bus del trasporto pubblico si sta dimettendo anche per questo motivo.

LA SICUREZZA

Alcune soluzioni sono già operative, ma non sono sufficienti.

La prima è quella di dotare i bus delle telecamere che possono riprendere eventuali scene di violenza all’interno. Quelli nuovi escono già con le telecamere incorporate che oltre all’area dove c’è l’autista riprendono il corridoio per avere una visione totale del bus. Del resto c’è da difendersi anche da bulli e balordi che salgono e magari non hanno pagato il biglietto. Il problema è che sui mezzi più vecchi inserire la telecamere non è una operazione agevole, oltre a sommare i costi che non sono pochi, perchè le immagini devono essere inviate in diretta alla sala operativa dell’Azienda. Come dire, insomma, che la maggioranza dei bus non ha ancora le telecamere che sono senza dubbio un deterrente. Un’altra cosa che invece è montata praticamente su tutti i mezzi è il pulsante di allarme, sos button. In caso di problemi lo si pigia e suona direttamente in questura o dai carabinieri che geolocalizzano il bus e vanno sul posto. Si tratta senza dubbio di passi avanti, ma non c’è ancora la certezza di una sicurezza più elevata che possa salvare gli autisti dalle aggressioni, anche perché non tutti i bus hanno il posto guida chiuso e può capitare di essere aggrediti anche quando si è fuori dal mezzo.

IL SINDACATO

Antonio Pittelli, segretario regionale Cisl per il trasporto pubblico, non ha dubbi. «È un problema molto serio e di notevole importanza - spiega - anche alla luce del fatto che oramai questi episodi sono sempre più frequenti. Ci ha stupito il fatto che il Consorzio Scarl Fvg (coordina tutte le Aziende sul territorio ndr) ci abbia ignorato e non abbia risposto alla nostra richiesta di un incontro a fronte delle ultime gravi situazioni che si sono verificate in Regione. Avevamo chiesto un incontro con il Consorzio per due motivi: il primo perché in questa maniera avevamo tutte e quattro le aziende interessate e il secondo per avere risposte che valgono per l’intero Tpl regionale. Stiamo ancora aspettando. Sul fronte delle aggressioni la prima cosa da fare è che tutti i bus abbiamo la cabina chiusa per l’autista, cosa che ora non c’è, e poi che nelle fascia più critiche, quella della mattina presto e della sera, vengano rinforzate le squadre e che tra la richiesta di intervento e l’arrivo delle forze dell’ordine trascorra poco tempo. Ci rendiamo conto che anche Polizia e Carabinieri in questo periodo hanno il personale contato, ma questo è fondamentale per dare una risposta al problema. Infine - conclude Pittelli - è altrettanto fondamentale che l’Azienda si costituisca parte civile nell’eventuale processo perchè il personale è un bene da tutelare».

LE AZIENDE

«La nostra azienda - spiegano da Arriva Italia che gestisce il trasporto a Udine - ha già incontrato i responsabili dei lavoratori per la sicurezza per effettuare l’analisi del rischio aggressioni, al fine di predisporre istruzioni e una eventuale formazione del personale per la prevenzione del rischio. Sul tema stiamo inoltre coinvolgendo le Prefetture e le forze dell’ordine: puntiamo a controlli congiunti e mirati come si sta già facendo a Trieste. Tutta la flotta di Arriva Udine (urbana ed extraurbana), inoltre, è dotata di “SOS button”, un dispositivo che permette ai conducenti di inviare un segnale d’allarme nel caso rilevassero situazioni di rischio o di pericolo per il servizio in corso e tutti i veicoli della flotta urbana sono dotati di telecamere di bordo per la videosorveglianza. Dal 2021, infine, sono partite le installazioni anche sui veicoli extraurbani e progressivamente verrà coperta tutta la flotta».

Ultimo aggiornamento: 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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