Sacile. Rione Liberty, ruspe su un pezzo di storia

Demolita un'altra villa in via XXXI Ottobre. Cantiere per una palazzina di quattro piani

Domenica 11 Giugno 2023 di Denis De Mauro
villetta demolita a Sacile

SACILE (PORDENONE) - Cambia volto uno dei quartieri più caratteristici della città, certo non il più noto, ma molto particolare e ricco di storia. La zona è quella dietro via Fasan - la strada della caserma - che arriva fino alla stazione ferroviaria: Sacile sta mutando e non sempre i cambiamenti piacciono o sono facili da accettare.

In questi giorni ha suscitato un certo clamore l'abbattimento di una villetta in stile liberty che faceva parte di un gruppetto di abitazioni simili che si trovano in via XXXI Ottobre. Un abbattimento figlio di una casa rimasta invenduta per decenni, poi collocata per una somma tutto sommato bassa, parliamo di poco più di 150mila euro e sulla quale un privato avrebbe anche investito nell'idea di recuperarla. Il mercato immobiliare è particolarmente competitivo e quell'abitazione è finita in mani diverse.

L'ABBATTIMENTO

Giovedì è stata "rasa al suolo": al suo posto sorgeranno cinque appartamenti spalmati su quattro piani fuori terra. Spiega Angelo Pavan, responsabile della Sirio di Sacile che si occuperà della vendita degli alloggi, che «la casa ormai versava in condizioni decisamente ammalorate. Credo che piuttosto che avere una proprietà in stato di abbandono sia preferibile un edificio moderno ed efficiente. In questo caso è vero che il volume edificato è senz'altro maggiore, ma il sedime del nuovo fabbricato è praticamente rimasto lo stesso. In questo modo non si consuma suolo nuovo, ma si interviene su un'area già edificata. Con un impatto infinitamente minore di quello di certi condomini anni 60/'70 come ve n'è lì vicino».

LE REAZIONI

Tra i sacilesi più di qualcuno appare dispiaciuto della fine riservata a quella villetta. È il caso di Barbara, che ha acquistato un'abitazione su quella strada scegliendo però di ristrutturarla, lasciando così al rione quell'alone caratteristico che lo contraddistingue. «Si tratta di un liberty povero che ha il suo perché», commenta la 50enne che si professa "amante del bello". Quella casa non aveva alcun vincolo architettonico, ma l'affascinante impatto di tutte quelle abitazioni di stile simile è evidente. Per alcuni un fatto di bellezza, per altri di ricordi. È il caso di Roberto, ingegnere che in quella via ci ha abitato fino ai 15 anni e che con l'avanzare dell'età sente la nostalgia della Sacile che fu. «Quella villetta era una casa disegnata, bella come quella buttata giù non distante, che faceva il paio con un bel parco. Addio contrada XXXI Ottobre», afferma Roberto che ricorda anche i coniugi che abitavano la villetta, i signori Parizzi. «Una coppia molto discreta e gentile, dove talvolta andavamo a vedere la televisione».

I RICORDI

I Parizzi, il ferroviere Licinio e sua moglie Amelia Andreazza, l'avevano presa in affitto dall'imprenditore edile Achille Fadalti che l'aveva acquistata negli anni 50. In questo modo i due si erano avvicinati a quello che un po' era "il rione degli Andreazza" ricorda la nipote Claudia: la famiglia aveva in quella zona un'azienda di bibite, un albergo che non sopravvisse alla guerra e la gestione del bar della stazione. A un Andreazza si deve perfino il nome della via: XXXI Ottobre, la data della liberazione di Sacile nel 1918, intitolazione decisa da Pietro Andreazza, sindaco della città nei primi anni Venti. I Parizzi lasciarono la villa nel 1974, tra l'altro andando ad abitare non molto lontano, in un'altra magione nello stesso stile. I nuovi proprietari - Claudia ricorda una famiglia di Caneva - vi abitò non più di un anno, lasciando poi la villetta abbandonata fino ai giorni nostri. Nonostante tutto il tempo trascorso, Claudia ne ha ancora viva l'immagine degli interni illuminati da finestre lunghe e strette, dove svettavano colonne in marmo decorate e che dividevano la cucina dalle stanze per gli ospiti. C'erano anche piccoli, ma curati salottini, quello della zia con la macchina da cucine Necchi, quello dello zio ferroviere «con gli orari dei treni e una copia del Gazzettino». In giardino, l'attenzione della piccola nipote era calamitata da un grande ciliegio che sapeva consolare i più piccoli con i suoi dolci frutti.

LE RUSPE

Storie di una Sacile che sta scomparendo: insieme a villa Parizzi le ruspe hanno tirato giù anche la casa a fianco, quella dove si trova la lapide (rimasta intatta) che ricorda l'ufficiale della Regia Marina ed eroe di guerra Virginio Fasan, babbo di Gina, il primo sindaco donna della città. Ironia del destino, anche la sua abitazione, in via Ettoreo, è stata abbattuta solo qualche settimana fa per lasciar spazio a qualcosa di più moderno. Sacile, si diceva, cambia volto. Il rischio è di perdere un po' della sua bellezza o sono solo i tempi che cambiano?

Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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