Primo Maggio, il presidente di Confindustria Agrusti: «Lavoriamo insieme per difendere i posti»

"Possiamo fare grandi passi avanti e mettere in sicurezza le fabbriche"

Sabato 29 Aprile 2023 di Loris Del Frate
Primo Maggio, il presidente di Confindustria Agrusti: «Lavoriamo insieme per difendere i posti»

Primo Maggio dall'altra parte della barricata, quella dei datori di lavoro. I "padroni", come si diceva una volta. A rappresentarli il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti.
Sarà in piazza anche lei il Primo Maggio?
«Non avrei problemi a farlo, ma per una questione di rispetto che ho sempre avuto nei confronti del sindacato sarà con loro anche solo moralmente.

Diciamo che osserverà la loro manifestazione da lontano, ma mi sentirò molto vicino a loro».


C'è ancora tanta "distanza" tra l' imprenditore e i dipendenti?
«In questo territorio ci sono straordinarie relazioni tra Confindustria e organizzazioni sindacali. Insieme abbiamo trovato intese su tanti dossier. Questo significa anche che le relazioni nelle fabbriche sono improntate a una leale collaborazione».


Che senso ha oggi il Primo Maggio?
«Direi tanto. Prima di tutto servirà anche ad affrontare insieme le grandi crisi che ancora ci sono sul territorio, penso tra l'altro alla Cimolai, alla Wartsila e alle altre. Ma ha un forte valore anche e soprattutto per la salvaguardia dei posti di lavoro, per migliorare sempre di più le relazioni all'interno delle fabbriche, per cercare insieme di migliorare la qualità del lavoro stesso e le condizioni salariali. Mi pare che ho spiegato quali siano alcuni dei valori significativi di questo Primo Maggio».


È un momento di grande trasformazione. Ci sono gli strumenti per affrontarlo?
«Intanto pensiamo alla trasformazione 4.0 nelle imprese. È fondamentale per arrivare insieme al traguardo aumentare le competenze di chi lavoro e non certo diminuire il numero dei lavoratori. E poi dobbiamo creare una formazione digitale capace di alzare il livello di conoscenza dei nostri dipendenti. Se saremo in grado di fare questo, penso che il futuro sarà decisamente meno insidioso».


Senta, sul lavoro, però, si muore ancora.
«Vero. E questa è una cosa drammatica. Se però escludiamo l'assoluta casualità, l'obiettivo che deve essere di tutti è quello di far crescere una cultura della sicurezza. In più è fondamentale utilizzare tutte le tecnologie esistenti per evitare che una disattenzione non finisca in tragedia. Penso ad esempio ai muletti che sono le macchine sulle quali accadono una parte consistente di incidenti. La Vecar, una nostra azienda associata, sta facendo incredibili passi avanti su questo fronte. La tecnologia è fondamentale per evitare infortuni. Oltre, come detto, a una sana cultura della sicurezza».


Il sindacato, però, dice che ci sono ancora aziende in cui insistere sulla sicurezza viene preso con fastidio da chi "comanda".
«Personalmente ho sempre trovato imprenditori disponibili e senza alcun problema le unità bilaterali vanno nelle fabbriche a controllare, verificare e a fare eventualmente segnalazioni dove è necessario. Non solo c'è disponibilità da parte dell'imprenditore, ma c'è l'interesse a lavorare tutti in sicurezza perchè poi eventuali problemi li vivono sulle proprie spalle. In più sono stati fatti accurati studi per capire quali sono i siti più pericolosi, gli orari, i giorni. Mi pare che tutti stanno cercando di fare il massimo».


Transizione ecologica. Le nostre imprese sono in grado di prendere il treno del cambiamento che sarà epocale?
«Posso dire che ci sono già alcune nostre imprese dell'automotiv sul territorio che hanno iniziato una transizione verso i motori elettrici. In più stiamo lavorando per portare la nostra provincia sul filone del lavoro green. Non solo saremo in grado di farlo. Lo stiamo già facendo».

Ultimo aggiornamento: 14:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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