Esce di galera e torna a spacciare
Condannato a sette anni

Mercoledì 4 Dicembre 2019 di Cristina Antonutti
Cocaina, condanna a sette anni
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PORDENONE - Condannato nel 2015 a sei anni di carcere per spaccio di cocaina, Charaf Chadari, 33 anni, marocchino con undici alias, era stato scarcerato nel maggio 2017. Nel giro di pochi giorni si era riorganizzato e aveva ricominciato a spacciare tra Pravisdomini, Azzano Decimo, San Donà e San Stino di Livenza. In alcune occasioni aveva incontrato i suoi clienti anche a Chions, San Vito e Pordenone. Così avevano accertato i carabinieri di Portogruaro. Chadari, attualmente in custodia cautelare in carcere, ieri ha affrontato il processo per svariate cessioni avvenute tra maggio 2017 e ottobre 2018. La condanna, appesantita dalla recidiva, è importante. Nonostante lo sconto di pena di un terzo previsto dal rito abbreviato, a Chadari sono stati inflitti dal gup Monica Biasutti (pm Federico Facchin) 7 anni e 2 mesi di reclusione, a cui si aggiungono 16 mila euro di multa.  Chadari - Rabia per gli amici maghrebini o più semplicemente Andrea per gli italiani - era difeso da due legali del Foro di Treviso che avevano invocato il riconoscimento della lieve entità. Il 33enne movimentava piccoli quantitativi di stupefacente, come nel caso degli otto grammi di hascisc ceduti a un giovane di Pravisdomini nelle vicinanze del campo sportivo del paese. Oppure cedeva dosi di 1/2 grammi di cocaina per volta, a 100 euro al grammo. Il giudice ha però valutato che le occasioni di spaccio erano frequenti - se ne contano nel capo di imputazione oltre 230 - e che Chadari era diventato il pusher di riferimento per diversi consumatori che vivono a cavallo tra le province di Pordenone e Venezia. A lui si era rivolto venti volte un consumatore di Cinto Caomaggiore, 78 le volte in cui ha procurato cocaina a un uomo di Azzano Decimo e ben 80 le occasioni in cui ha venduto (2 grammi per volta) la droga a un cliente di San Quirino. A Pordenone aveva invece un acquirente a cui procurava hascisc a 10/15 euro al grammo. I carabinieri del Nucleo operativo di Portogruaro in questo caso avevano documentato una decina di cessioni.
Il 33enne marocchino aveva come coimputato un connazionale di 45 anni, anche lui in Italia senza fissa dimora, la cui posizione è stata stralciata. La Procura aveva infatti chiesto il giudizio immediato, a cui la difesa ha rinunciato nel tentativo di contenere la pena accedendo a un rito alternativo. Ma così non è stato. Per Chadari, in occasione della precedente condanna inflitta dal gup del Tribunale di Venezia, era stata disposta anche l’espulsione una volta espiata la pena. Una volta uscito dal carcere l’uomo, originario di Laasara, si era sistemato da conoscenti e aveva ripreso i contatti con la rete di fornitori.
C.A.
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