Emergenza siccità, il Fvg si prepara a impegnare 25 milioni per raccogliere l'acqua piovana

Serviranno per costruire una decina di invasi sul territorio

Giovedì 23 Marzo 2023 di Loris Del Frate
Invasi per acqua piovana

Per quest’anno non saranno certamente pronti quindi non potranno andare in soccorso all’emergenza siccità nel caso in cui anche primavera tradisse le aspettative sul fronte della piovosità.

Non solo. Affinché possano essere pronti all’uso serviranno almeno due - tre anni soprattutto per quelli che saranno realizzati nell’area triestina. Stiamo parlando dei bacini idrici necessari per raccogliere l’acqua piovana e quella portata in supporto nel caso di annate difficili come è stata quella scorsa e quella che potrebbe presentarsi ora. 


L’ACQUA PIOVANA 
La Regione lo scorso anno, alla fine della stagione che si è rivelata sul fronte della siccità una delle più dure negli annali del territorio, ha deciso di correre ai ripari. L’assessore all’Agricoltura, il leghista Stefano Zannier, insieme con le associazioni e gli esperti, ha messo in piedi un piano per la realizzazione di una decina di invasi fondamentali per trattenere l’acqua piovana. Diciamo subito la verità. In uno dei territori della Penisola in cui l’acqua è più presente, non era praticamente mai passato per l’anticamera del cervello di salvare l’acqua piovana. Morale della favola se ne recuperava poco più dell’otto per cento. Nulla. I cambiamenti climatici hanno indotto a ragionare in maniera ben diversa. Sul tavolo sono stati messi 25 milioni di euro per scavare dei bacini (in alcuni casi saranno utilizzati quelli già presenti delle cave) che avranno il compito di trattenere l’acqua caduta con le piogge. Più o meno una cosa simile, pur più in grande che è stata fatta in montagna per aiutare le località turistiche con la neve artificiale che ha bisogno di acqua per essere realizzata. 


LE LOCALITÀ
I primi tre ad essere pronti (se va bene almeno due il prossimo anno) saranno nel Friuli Occidentale, a San Martino, San Vito e zona ponte Maraldi. Di fatto gli invasi già esistono, ecco perchè i lavori saranno terminati prima, in due casi si tratta di cave che dovranno essere sistemate e impermeabilizzate per non disperdere l’acqua, in un altro, invece si dovranno liberare almeno 15 mila metri cubi di ghiaia. Gli altri bacini saranno realizzati cinque in varie zone del Friuli e tre nelle province di Trieste e Gorizia. Come detto costo complessivo, senza spese aggiuntive 25 milioni di euro che sono già stati stanziati.


A COSA SERVIRANNO
Piano con dire che questi bacini risolveranno in futuro il grande problema della siccità. Anzi, saranno - tanto per restare in tema - poco più che una goccia nel mare. A metterlo nero su bianco è lo stesso assessore all’Agricoltura, il pordenonese Stefano Zannier. «I bacini - spiega - serviranno per aiutare e integrare l’acqua delle colture di precisione. Le colture su grandi aree, penso a mais, frumento, grano e soia hanno bisogno di molta più acqua». Insomma, i nuovi bacini avranno il compito di salvare dalla siccità le colture pregiate, vigne, ortaggi e frutteti. Sicuramente una buona parte dei raccolti, ma decisamente non tutti.


COME SI SALVA
«Il recupero dell’acqua piovana - spiega Zannier - diventa fondamentale per questi raccolti. Ovviamente i bacini saranno riempiti non solo con la pioggia, ma in caso di stagioni più abbondanti d’acqua anche con inserimenti apposti. Si tratta, dunque, di una via di salvezza per mettere in sicurezza le colture pregiate. Come ho detto, però, non è la soluzione a tutti i problemi dell’acqua.


ENERGIA
Allo studio, per prendere due piccioni con una fava, legati a questi bacini c’è pure un progetto per realizzare energia. Ovviamente gli invasi dovranno essere impermeabilizzati per non disperdere nel terreno l’acqua, ma per scongiurare anche il fenomeno dell’evaporazione, molto presente soprattutto in estate, saranno sistemati a galleggiamento dei pannelli fotovoltaici che raccoglieranno i imprigioneranno la luce solare per consentire di trasformarla in energia. Unico problema, servono ancora un paio di anni prima che sia tutto pronto.

Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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