L'aereo deve stare nel giardino: è troppo malandato per portarlo altrove

Venerdì 4 Novembre 2022 di Riccardo Saccon
L'aereo di Ceolini
1

FONTANAFREDDA/SAN DONA' - È passato un anno esatto da quando a San Donà di Piave venne annunciato il progetto di portare l’aereo di Ceolini, come soprannominato nei decenni di stazionamento nel giardino di casa De Marco, in quello che doveva diventare un parco vicino al McDonald’s, in via Martiri delle Foibe, lungo la bretella di collegamento tra il centro commerciale e il casello autostradale di Noventa sulla A4. Il parco doveva essere riqualificato e, grazie ad un accordo tra amministrazione comunale e privati (l’associazione Ocean di Jesolo), sarebbero stati creati percorsi pedonali, piantati alberi e creata un’area con al centro il Caravelle di Ceolini. L’aereo, oltre a diventare un’attrattiva lungo la via del mare, sarebbe stato l’occasione per un ulteriore omaggio alle gesta dell’asso della Prima Guerra mondiale di quel comune, Giannino Ancillotto, eroe in guerra, unitosi al D’Annunzio per l’impresa di Fiume e famoso anche per aver effettuato nel 1921 l’atterraggio più alto in quota, a 4330 metri sopra il mare, nei pressi di Cerro de Pasco in Perù.


LA SOLUZIONE
Per la famiglia De Marco il trasloco sarebbe una soluzione ideale per ridare nuova vita a quell’aereo che Rino, l’imprenditore fontanafreddese scomparso pochi giorni fa, aveva acquistato con l’intento di trasformarlo in un ristorante o una gelateria.

Acquistato per circa 25 milioni dell’epoca, fu trasportato in tronconi da Tessera sino a Ceolini. Il carico con la fusoliera era così imponente che – come ricordava spesso Rino De Marco – per passare tra i paesi fu necessario staccare momentaneamente i fili della luce che attraversavano la strada principale. Una volta arrivato a Ceolini fu rimontato nella posizione in cui si trova ancora oggi. Il progetto del pubblico esercizio però non partì per lo stop dell’Usl di allora. Passano le primavere, oltre 40, e la struttura oggi mostra tutti i segni del tempo. A Ceolini ad inizio anno arrivano comunque i tecnici inviati dalla Ocean per verificare lo stato di salute del velivolo e la possibilità di trasportarlo, anche in elementi più piccoli rispetto a 41 anni prima. I tecnici cominciano a palesare dubbi. Così l’operazione subisce dei rallentamenti in attesa dei risultati delle analisi sui materiali che saranno negativi.


LO STOP
Come confermano oggi i referenti di Ocean, quell’aereo non sarebbe in grado di prendere nuovamente il volo verso San Donà dove era previsto il suo atterraggio. «Troppi i rischi sia sulla tenuta dei materiali sia in materia di sicurezza, così nostro malgrado, dopo un periodo di riflessione abbiamo dovuto rinunciare all’idea». Lo stesso trasporto non poteva seguire i canoni di 41 anni fa. «Smentiamo inoltre le cifre che girano sul valore della possibile transazione: proprio la trasportabilità era uno degli elementi per definire l’accordo mai perfezionato. Al momento – confermano alla Ocean – il progetto in via Martiri delle Foibe si è un po’ arenato. Vedremo, magari salterà fuori qualche altra occasione». Insomma, se non è il Caravelle andrà bene anche altro. Lui intanto rimane a Ceolini, pieno di ruggine e tanti rimpianti per un progetto visionario stoppato sul nascere.

Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci