Telefona alla Guardia Medica: «Il fidanzato di mia figlia non ha rispettato la quarantena e ci ha infettati tutti». Ma le cose non stavano proprio così

Sabato 30 Gennaio 2021 di Michelangelo Cecchetto
Telefona alla Guardia Medica: «Il fidanzato di mia figlia non ha rispettato la quarantena e ci ha infettati tutti». Ma le cose non stavano proprio così
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TOMBOLO - Al centralino della guardia medica aveva detto trafelato ed impaurito, che lui e tutta la sua famiglia erano positivi al Coronavirus, a causa del fidanzato della figlia che non aveva rispettato l'isolamento essendo positivo. Non era però vero, hanno accertato i carabinieri, così l'uomo, A.B. trentasei anni residente a Tombolo, è stato denunciato e dovrà rispondere del reato di procurato allarme e interruzione di pubblico servizio. La sanità pubblica è da quasi un anno sotto una pressione fortissima per la pandemia che ha cambiato la vita di tutti e ha dovuto riorganizzarsi. Ci sono migliaia di morti, moltissime persone guarite delle quali una parte con postumi in valutazione, per non contare coloro sui quali ricadono le conseguenze dell'inevitabile rallentamento dell'attività diagnostica ed operatoria. Insomma, in un quadro della sanità in regime di emergenza, mancava proprio il falso allarme. 


LA TELEFONATA

Il fatto risale al 26 dicembre scorso.

Al centralino della struttura di Carmignano di Brenta, giunge la telefonata di un uomo. Racconta in modo sicuro e preciso una vicenda familiare, riferisce che il nuovo compagno della figlia, positivo al Coronavirus, aveva violato la quarantena andando a trovare la figlia a casa sua e ciò aveva causato il contagio di tutta la sua famiglia. Famiglia che, sempre dando particolari molto minuziosi, presentava sintomi simili a quelli del Covid-19. La situazione, sosteneva l'uomo, era quindi molto seria se non grave.


SCATTA L'EMERGENZA

Il medico, come stabilisce lo specifico protocollo, si è attivato immediatamente. Il quadro emergenziale non era da poco. Tre persone potenzialmente positive con sintomi, ed un positivo che se ne era uscito di casa, violando la legge, perseguibile penalmente oltre che amministrativamente. Nella successiva fase di attivazione dei protocolli di controllo, l'uomo ha cominciato però a comportarsi in modo strano. Comportamento che ha insospettito i sanitari inducendoli ad informare i carabinieri. Ad intervenire è stata la stazione di Gazzo, che ha fatto delle verifiche sulla circostanza andando a cercare riscontri su quanto il trentaseienne aveva dichiarato alla guardia medica.


Alla fine, spalle al muro, l'uomo ha confessato di sapere che non era reale quanto affermato. La sua era stata tutta una montatura. Non è dato a sapere il motivo di tale azione, sta di fatto che ora ne risponderà di fronte ad un giudice. 

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