Il debutto del Taser, ecco l'arma in più delle forze dell'ordine di Padova

Sabato 26 Marzo 2022 di Serena De Salvador
Il debutto del Taser, ecco l'arma in più delle forze dell'ordine di Padova

PADOVA - Uno strumento di prevenzione e tutela, che ambisce a porsi a metà strada fra l'uso dell'arma da fuoco e quello delle mani o dello sfollagente. Capace di tutelare da un lato gli operatori ma dall'altro anche i delinquenti, evitando i rischi di uno scontro fisico e quelli potenzialmente letali di uno scontro a fuoco. È il Taser, la pistola a impulsi elettrici che da lunedì è entrata a far parte della dotazione di polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza di Padova.

Non è la prima volta che quest'arma fa capolino nel capoluogo euganeo. Nell'autunno 2018 Padova era stata scelta con altre 12 città per avviare una sperimentazione, affidata però in quel caso solo a dieci agenti della questura. I risultati erano stati soddisfacenti, il periodo di test era stato prolungato, ma in seguito il Taser era stato abbandonato. Ora invece è entrato a pieno titolo fra gli strumenti in dotazione di agenti e militari.


L'UTILIZZO

Per il momento sono una ventina gli apparecchi distribuiti fra l'Arma, la polizia e le Fiamme gialle. Ciascun corpo ha selezionato alcuni operatori, che hanno seguito uno specifico corso di formazione e che oggi sono gli unici autorizzati a maneggiare la pistola elettrica. Ad ora il Taser è assegnato soltanto ai reparti operativi (Reparto prevenzione crimine e Squadra volante per la questura, Nucleo radiomobile per i carabinieri). «Al momento abbiamo formato alcuni uomini del Reparto operativo della Compagnia di Padova spiega il colonnello Luigi Manzini, comandante provinciale dei carabinieri Tutti i giorni nell'arco delle 24 ore vi sarà sempre in servizio una pattuglia che lo ha in dotazione. Siamo davanti a un'arma non letale e il cui uso è regolamentato da norme molto rigide. Il suo scopo è preventivo e deterrente: come hanno dimostrato le precedenti sperimentazioni in tutta Italia, raramente si arriva alla fase di esplosione dei dardi, proprio perché il più delle volte è sufficiente esibirlo per convincere il soggetto aggressivo a placarsi, senza dover arrivare a uno scontro fisico o a fuoco, per quanto raro». Secondo quanto riferito dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, da maggio l'utilizzo del Taser sarà esteso anche ad altre città (oltre alle 14 dove è stato introdotto dal 21 marzo) e ad altri reparti. Molte sono infatti le realtà che a gran voce chiedono di poterne beneficiare.


LE VOCI

«Attendevamo con ansia la reintroduzione del Taser spiegano per il sindacato di Fsp della polizia Luca Capalbo e Maurizio Ferrara (segretario provinciale e segretario regionale vicario) Consente di evitare lo scontro fisico e l'uso della pistola, è fondamentale per chi ogni giorno opera in situazioni di rischio. Per questo vogliamo che entri anche nella dotazione della polizia ferroviaria e ai posti di polizia negli ospedali, che sono fra i settori più esposti. Il rischio di conseguenze sulla salute di chi viene colpito? Non può essere completamente escluso, ma nemmeno nel caso dell'uso della forza o, peggio, di un'arma da fuoco che potrebbe portare conseguenze anche a terze persone se usata in luoghi pubblici». «Saremmo dovuti essere tra i primi ad averlo fa eco il sindacato di polizia penitenziaria Sinappe vista la quantità di aggressioni nelle carceri sarebbe uno strumento essenziale, perché pur non essendo letale evita lo scontro fisico, con beneficio dell'operatore e di conseguenza anche dei soggetti su cui lo si usa». A non avere ancora il Taser è anche la polizia locale di Padova. «Non rientriamo tra le forze dell'ordine, ma da anni in città siamo sempre più impegnati nella tutela dell'ordine pubblico spiega Francesco Scarpelli, agente e segretario provinciale Uil Fpl Anche perché il nostro ordinamento ha ormai quarant'anni e le nostre competenze sono fortemente cambiate. Come sindacato riteniamo il Taser un ottimo strumento di difesa e deterrenza: è già stato sperimentato con successo, prevede un'accurata formazione e un regolamento rigido su cui, nel caso di una possibile applicazione a Padova, saremmo felici di confrontarci con l'Amministrazione. La nostra priorità al momento restano comunque le body cam, che attendiamo dal 2018».

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