Strage di Erba, prof e studenti del master dell'Università di Padova: «Tantissimi errori nelle trascrizioni, nuove prove in difesa di Rosa e Olindo»

Giovedì 29 Febbraio 2024 di Nicola Munaro
Rosa Bazzi e Olindo Romano

PADOVA - Giuseppe Sartori è professore di Neuropsicologia forense e Neuroscienze forense, oltre che direttore del master in Neuropsicologia forense e Criminologia clinica. E da docente del Bo ha guidato i settanta iscritti al suo master riuscendo a riscrivere una delle pagine di cronaca nera più discusse degli ultimi tempi. 


LA RICHIESTA
Perché se domani, davanti alla Corte d’Appello di Brescia, si discuterà la revisione del processo per la strage di Erba (in cui l’11 dicembre 2006 erano stati trucidati a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, oltre al ferimento del supertestimone Mario Frigerio), gran parte lo si deve al lavoro fatto dai membri del team coordinato dal professore, originario di Mestre, che ha sostenuto come le prove costate l’ergastolo a Olindo Romano e Rosa Bazzi - considerati gli autori della mattanza - possano essere rilette in altra chiave. Un lavoro di cui si è parlato ieri durante il convegno "Strage di Erba: uno sguardo tecnico scientifico", andato in scena in un’aula dell’Università di Padova. Al caso, oltre al professor Sartori, hanno lavorato - tra gli altri - anche Cristina Scarpazza, associata al dipartimento di Psicologia generale dell'Ateneo, psicologa forense e direttrice della Scuola di specializzazione in neuropsicologia e Massimo Grassi, associato al dipartimento di Psicologia generale.


NUOVE TRASCRIZIONI
«Siamo stati coinvolti dalla difesa di Olindo e Rosa e su questo caso hanno lavorato numerosi colleghi a livello nazionale - ha raccontato Sartori - Ma soprattutto hanno lavorato gli studenti del master, hanno fatto un lavoro pratico sotto la nostra osservazione, cioè hanno fatto le attività legate alle ricerche per la stesura della relazioni». La storia è stata quindi rivista e analizzata sotto ogni angolatura, tralasciando soltanto gli approfondimenti sul Dna. «Abbiamo prodotto nuove prove che vanno dalla trascrizione delle intercettazioni ambientali con delle metodologie corrette, sconosciute nel 2007», ha aggiunto. In sostanza il team di Sartori ha lavorato su ciò che, tecnicamente, si chiama “parlato degradato”, cioè, è intervenuto Sartori, «quando si capisce poco. Accade allora che il contesto condizioni chi ascolta. Un esempio? Se penso che siamo in ambiente di cucina capisco “pane”, ma se la stessa intercettazione la penso in una vicenda sugli animali, capisco “cane”. Noi abbiamo somministrato le intercettazioni in condizioni controllate a trascrittori indipendenti, ed è emerso che le trascrizioni ufficiali contengono tantissimi errori, ma la cosa più interessante è che vengono dati per incomprensibili passaggi che tutti i nostri trascrittori sentono bene e sono utili alla tesi difensiva». Comunque vada a finire domani, il dato di fatto è che in pochi ottengono una revisione del processo. «Ora - ha continuato il docente - sono ammesse delle prove nuove dove sono ricomprese delle tecniche scientifiche all'epoca non disponibili come, appunto, il “parlato degradato” che non era conosciuto nel 2007.

Uno dei principi cardini del processo penale è che la prova sia intersoggettiva e adesso quella prova è messa in discussione».


IMPOSSIBILE SCIENTIFICAMENTE
Così come la testimonianza di Mario Frigerio che - miracolato grazie a una malformazione congenita - all’inizio aveva riconosciuto il suo aggressore come una persona sconosciuta ma comunque con la pelle olivastra, lontanissima da Olindo. Solo dopo venti giorni quella persona diventa Olindo Romano. «Non esiste, scientificamente parlando, la possibilità che una persona nota sia riconosciuta a scoppio ritardato», ha specificato Sartori. Con il suo team, il docente ha lavorato anche sulle confessioni della coppia. E anche lì qualcosa non tornerebbe. «Rosa ha una disabilità intellettiva non grave: non sa leggere, scrivere e non sa la sua data di nascita. In più è estremamente vulnerabile e influenzabile dall'esterno. C'è stata in questo caso un'influenza esterna: nei suoi interrogatori non c'è un racconto lineare, non ne indovinava una. A un certo punto dice lei “ditemi e io vi dico se vero o falso”». Poi Olindo che soffre di un «disturbo della personalità dipendente, nel caso specifico aveva rapporto simbiontico con Rosa e viceversa».

Ultimo aggiornamento: 10:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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