Uniti nell'amore, divisi nel calcio, sposi "avversari": lei spagnola e lui padovano

Martedì 6 Luglio 2021 di Iris Rocca
Lei spagnola e lui padovano, in casa si respira aria di sfida

TORREGLIA - Quando Churchill diceva che «gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre», forse non aveva ancora conosciuto gli spagnoli. Sicuramente, per ragioni anagrafiche, non aveva conosciuto Laura Perez Rodriguez da Alicante. Trentun anni, reduce da un Erasmus a Padova qualche anno fa che le fa conoscere la sua dolce metà, Carlo Mastella.

A seguire, il matrimonio a Las Vegas e la casa a Luvigliano di Torreglia: una macchina oliata perfettamente. Fino ad oggi, a stasera, alle 21. Quando le rispettive nazionali entreranno nello stadio di Wembley con un obiettivo condiviso, conquistare la finale dell’Europeo. 


Chi vincerà? 
Carlo: Beh, l’Italia. Tre a uno. Il primo gol lo fa Ciro Immobile. 
Laura: La Spagna, due a uno. Il primo lo segna Ferran Torres.

Non siete scaramantici? 
C: No! 
L: Non vedo perché esserlo, con una squadra così! 

E quindi stasera come guarderete la partita? 
C: Inviteremo gli amici a casa. Poi ciascuno farà quel che vorrà: si mangia, si beve, si chiacchiera. 
L: Così anche per me, visto che viviamo insieme, ma se fossi in Spagna sarebbe tutt’altro. Da noi è un vero proprio impegno, un appuntamento molto serio.

Cosa accade?
Mio fratello e mio padre, che sono maniaci della Nazionale come tutti noi spagnoli, guarderanno la partita a casa, probabilmente da soli. Non si esce di certo per andare al bar o dagli amici. Non si vuole correre il rischio di essere relegati ad un tavolino lontano dalla tv o di non sentire la telecronaca a causa delle chiacchiere altrui. È un momento religioso in cui nessuno deve disturbare. Ci si piazza di fronte alla tv più grande della casa e si smette di parlare. Se si vuole vedere qualche altra squadra, allora, va bene anche il megaschermo in piazza, ma non per la propria. 

Se dovessi vincere, qual è la prima cosa che faresti? 
C: Sarei già pronto col telefono in mano per chiamare i suoi genitori. Così, giusto per deriderli un po’. 
L: Anche io, se vincesse la Spagna, chiamerei la mia famiglia, così da non sentirmi sola nei festeggiamenti. 

Se, invece, dovessi perdere come reagiresti? 
C: Ci resterei male. Ma poi aprirei un’altra birra. 
L: Mi rattristerei. E poi mi arrabbierei a morte, perché so già che qui mi prenderebbero tutti in giro. 

E in tal caso, tiferesti l’altra squadra nella finale? 
C: Certamente. La Spagna è comunque una squadra che mi piace molto. 
L: Sì, chiaro. Ma non credo capiterà. 

Avete già deciso cosa dovrà fare l’altro in caso di sconfitta?
C: A me basterebbe spreparasse del tutto lei la baraccata che organizzeremo stasera con gli amici. 
L: …tanto sarà comunque compito mio! Io, invece, gli chiederò di preparare la cena per un mese. Comprendendo nell’accordo la spesa da fare prima e la pulizia della cucina dopo. 

Quindi stasera cosa si mangerà? 

C: Italiano! Andremo a prendere un po’ di pizze! 
L: Italiano. Solo perché qui non esistono rosticcerie spagnole. 


E cosa si canterà? 
Carlo: Pooo po po po po....
Laura: ¡A por ellos, oé! 

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 10:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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