«Se non operate subito vi uccidiamo»
Minacciano ai medici per un trapianto

Domenica 4 Agosto 2013 di Marco Aldighieri
«Se non operate subito vi uccidiamo» Minacciano ai medici per un trapianto
PADOVA - Troppo "preoccupati" per la salute del loro caro parente, per quasi due mesi hanno minacciato un’equipe di medici specializzata nei trapianti. Il paziente, un quarantenne di Anzio con una grave patologia al fegato, da maggio ricoverato in ospedale.



Le sue due sorelle e un cugino, tutti sui quarant’anni, dormivano nella struttura per i parenti dei trapiantati di via Santa Maria in Conio al Portello. I tre, già da subito, tutte le mattine si recavano in ospedale e accerchiavano i medici: il primario e i suoi quattro assistenti. «Quando operate nostro fratello. Fatelo subito, il fegato c’è». Un assillo che con il passare del tempo è diventato un incubo per i cinque camici bianchi. Infatti una delle due sorelle, per "lavorare" ancora di più sui fianchi il team per i trapianti, ha deciso di assoldare il suo compagno albanese e un suo amico connazionale anche loro sui quarant’anni. I due stranieri, in almeno un paio di occasioni, hanno pedinato i medici. «É andata bene la gita al mare con la famiglia», hanno detto a uno dell’equipe, che il giorno prima era stato davvero in spiaggia con moglie e figli. Oppure, come gesto intimidatorio, passavano con l’auto sotto le abitazioni dei dottori facendosi appositamente vedere. A questi episodi si sono aggiunte ulteriori minacce come «Se non lo operate subito e bene, vi uccidiamo».



Una situazione che è degenerata costringendo il primario e i suoi quattro assistenti a presentare denuncia in questura. E da questo momento sono partite le indagini degli uomini della Squadra mobile coordinati da Marco Calì. I poliziotti sono risaliti a tutti gli episodi persecutori nei confronti dei medici e hanno identificato i cinque. Tra l’altro le due sorelle e il cugino, originari di Messina, già in passato avevano commesso reati come lo stalking.



Così il gip Mariella Fino, su richiesta del pm Orietta Canova, ha denunciato i cinque per minacce aggravate e li ha puniti con un provvedimento di allontanamento da tutti i luoghi frequentati dai cinque medici. Il paziente è stato regolarmente trapiantato di fegato e tutt’ora si trova in rianimazione, sembra che stia lentamente migliorando. L’aggressività dei suoi parenti nei confronti dell’equipe medica è stata totalmente inutile. Lui, il quarantenne malato, era regolarmente inserito nelle liste d’attesa per ricevere un fegato e appena si sarebbe trovato l’organo compatibile con il suo stato di salute sarebbe stato operato. E così è stato.
Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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