Pistola in faccia, mamma e figlia dietro il bancone della gioielleria sotto scacco dei banditi

Giovedì 30 Dicembre 2021 di Cesare Arcolini
Gioielleria rapinata

CARTURA - Pistola puntata al volto, gioielliere riesce a mettere in fuga i banditi. Non si registrano feriti, ma il rischio che la situazione potesse degenerare da un momento all'altro è apparso evidente. La rapina martedì, 28 dicembre, alle 15,30 alla gioielleria Touch di via Padova a Cartura.

L'IRRUZIONE
Due banditi armati di pistola e coltello hanno fatto irruzione all'interno dell'esercizio commerciale. Il bottino è magro: soltanto 300 euro arraffati dal registratore di cassa e alcune collanine d'argento, ma per i presenti sono stati cinque minuti di autentico terrore.

L'intero film dell'accaduto è stato ieri raccontato da Laura Bellato, sorella del titolare dell'attività: «Io e mia madre abbiamo aperto il negozio poco dopo le 15 - ha raccontato - ad un tratto ha suonato alla porta dell'attività un ragazzo con regolare mascherina ffp2. Gli ho aperto, mi è apparso un normale cliente. Non appena è entrato, ha lasciato la porta aperta consentendo al complice di fare irruzione con lui. Quest'ultimo aveva il volto travisato da un paio di occhiali da sole, un cappello e una mascherina che gli copriva tutto il viso».

Entrambi i banditi hanno agito armati: «Il primo che ha suonato il campanello ha tirato fuori dal giubbotto un coltello, il secondo una pistola. In dialetto veneto stretto mi hanno chiesto soldi e oro. Dalla cassa hanno portato via 300 euro, poi in maniera sempre più insistente mi hanno chiesto i monili. A quel punto mi sono irrigidita, non volevo che svaligiassero il negozio. Con un sistema di videocitofono, ho avvisato mio padre e mio fratello, Adriano e Manuel, che vi era un'emergenza. Loro erano nella stanza accanto in laboratorio, ma i due negozi sono comunicanti. Tempo pochi secondi mio padre è arrivato in gioielleria, con mio fratello leggermente più defilato».

L'INCUBO
A questo punto si è sfiorato il dramma: «Il bandito armato di pistola ha cominciato a puntare l'arma anche contro mio papà dicendogli in dialetto veneto che l'avrebbe ammazzato, di non fare il furbo. Mio papà non si è lasciato condizionare dalle minacce e gli ha riferito che non avrebbero rubato neanche uno spillo dalla cassaforte. Gli ha urlato con tutta la voce che aveva di andarsene via».
Le minacce sono andate avanti per interminabili minuti, poi la figlia Laura è riuscita ad aprire la porta della gioielleria e i banditi sono fuggiti a piedi imprecando per il colpo andando praticamente a vuoto. Un testimone ha notato la coppia salire su un'auto e fuggire a forte velocità. Non ci sarebbe alcun complice. Hanno agito in due, probabilmente dopo aver effettuato più di un sopralluogo, ma evidentemente non avevano calcolato l'energica resistenza dei proprietari. Smaltita la paura per quello che era capitato, sono subito stati avvisati i carabinieri che in pochi minuti hanno raggiunto la gioielleria. Le ricerche dei banditi sono partite in tempo reale, ma al momento non hanno dato gli esiti sperati. Gli inquirenti, che hanno in mano le immagini dell'assalto, avrebbero già numerosi elementi in proprio possesso per risalire all'identità dei due malviventi. Si ipotizza che possano essere due nuove leve della malavita locale, comunque già note per precedenti reati predatori.
 

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