Pusher minorenne riempie di botte la fidanzata incinta e picchia un agente

Martedì 28 Maggio 2019 di Marina Lucchin
Il parcheggio all'Arcella dove vagabondavano i due giovani
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PADOVA - Vent'anni, incinta e tossicodipendente, vaga senza una meta per mezzo Veneto assieme al fidanzato, un diciassettenne straniero, da cui aspetta un figlio e che l'altra sera l'ha riempita di botte fino a mandarla all'ospedale. Trenta giorni di prognosi per i calci e i pugni presi fino a spaccarle la faccia. Ma una volta uscita dal pronto soccorso, la giovane ha ripreso la sua vita nomade assieme al compagno violento: trovato rifugio in Galleria San Carlo, all'Arcella, sono stati trovati e perquisiti dalla polizia. Avevano un po' di cocaina e qualche grammo di hashish, così, quando gli agenti li hanno fermati, entrambi hanno reagito. Lui, in particolare, con la sua consueta violenza, tanto che, questa volta, a finire all'ospedale è un poliziotto. Per l'agente, sette giorni di prognosi. Il ragazzo, un diciassettenne libico, finisce nel carcere minorile di Treviso, arrestato con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di stupefacenti, oltre che indagato per lesioni aggravate. Denunciata pure lei, 20enne napoletana, per resistenza. 
IL FATTO Sono quasi le 16 di domenica quando gli agenti decidono di controllare la coppia di giovani che vagabonda nel parcheggio del centro commerciale dell'Arcella. I poliziotti si avvicinano e loro immediatamente reagiscono con calci e pugni. Quelli di lei sono a vuoto e in pochi secondi viene immobilizzata. Quelli di lui vanno a segno e feriscono l'agente che chiama i rinforzi. Arrivano altre Volanti e il ragazzino viene bloccato. Scatta la perquisizione: nelle sue tasche c'è mezzo grammo di cocaina e quasi 13 di hashish in barrette.
VITA AI MARGINI Un po' li spacciano, un po' sono per loro: lei è tossicodipendente e nonostante la gravidanza fa ancora uso di droga. Una dipendenza che la porta a continuare a restare con il fidanzato violento, che il giorno prima, sabato, a Mestre, l'ha riempita di botte, incurante del fatto che lei porti in grembo loro figlio. Un pestaggio così violento che l'ha costretta a chiedere aiuto in pronto soccorso. Perdeva sangue, aveva tagli, botte ed ecchimosi, tanto che i medici l'hanno dimessa con 30 giorni di prognosi. Ma poche ore dopo è di nuovo per strada assieme al suo aguzzino. Arrivano a Padova, ma questa volta lui finisce in cella.

 
Ultimo aggiornamento: 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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