Profughi ucraini: 100 posti subito disponibili, ma l'obiettivo è di arrivare a 500

Giovedì 10 Marzo 2022
Palazzo del Bo a Padova con i colori dell'Ucraina

PADOVA - Subito cento posti dalla Prefettura per chi arriva dall'Ucraina e chiede asilo. Sono ricavati dai Cas, Centri di accoglienza straordinaria, solitamente alloggi-filtro per chi finisce la prima fase dell'accoglienza. Più altri 200 a disposizione dagli alberghi quando si firmerà la convenzione con il commissario straordinario, Zaia. Una decina di alloggi già reperiti dal Centro Servizi volontariato. E i 5 comuni che aderiscono alla rete Sia (sistema accoglienza e integrazione, l'ex Sprar) pronti a collaborare con i propri. Padova ad esempio conta 50 posti, più 30 per i minori non accompagnanti. E può trovarne altri 15.
«Si sta vagliando la disponibilità di ulteriori posti offerti dai Comuni individuando la corretta forma giuridica per il loro utilizzo» dichiara il prefetto Grassi che ha il compito del coordinamento.

E si lavora per arrivare a 500. La prefettura ha la situazione sotto controllo. Anche quella sanitaria. Perchè i 187 ufficialmente presenti, quasi tutti in ambito famigliare o da amici, hanno fatto un tampone. Inoltre nella riunione si è deciso di avviare un piccolo hub davanti alla stazione per dare informazioni.

GLI INVISIBILI

Il problema è che questa ondata è del tutto diversa da qualsiasi altra, come ha ribadito anche ieri il presidente della Provincia, Bui. «Molti arrivano ma hanno già l'ospitalità pronta da parenti e amici». Però rischiano di essere invisibili. E se per esempio non si vaccinano chi li ospita, se è una badante, mette a rischio anche altre famiglie.
Per ora non è successo, nota dall'alto del Servizio di Prevenzione dell'Ulss, Lorena Gottardello. «Sono tutti molto sensibilizzati, anche chi li accoglie, perchè non vuole problemi. E inoltre esiste l'obbligo per tutti da ordinanza della Protezione civile, di fare un tampone entro 48 ore dall'arrivo». Tampone o vaccino che sia l'Ulss su richiesta del Prefetto sta pensando di potenziare il padiglione in fiera per il doppio uso e di istituirne altri. Il vero dilemma è che non si sa quanti arriveranno nei prossimi giorni e quanti di questi saranno in transito o resteranno.

GLI ARRIVI

Al Comitato per la sicurezza pubblica c'erano anche il questore, i comandanti di Carabinieri e Guardia di Finanza, sindaco e tre assessori, il direttore dell'Azienda ospedale Dal Ben e della Caritas, il diacono Lorenzon Rampon. Con loro il console onorario dell'Ucraina e il presidente del Centro servizi volontariato di Padova-Rovigo, Luca Marcon.
Al momento, sono solo 17 le persone inserite nella rete dei Cas. Il Prefetto ha ricordato l'importanza, oltre che l'obbligo di legge, di effettuare la dichiarazione di ospitalità all'autorità di pubblica sicurezza da parte di chiunque fornisca accoglienza. Disponibilità di posti per l'accoglienza è giunta da Assindustria Venetocentro.
Lo sforzo del prefetto è di creare un coordinamento. «L'encomiabile gara di solidarietà di privati e terzo settore deve trovare adeguata regolamentazione affinché le disponibilità offerte non si disperdano». Giordani: «Tutti stanno collaborando al massimo. Noi abbiamo dato un elenco di disponibilità. Dal centralino per informazioni, alla logistica per smistare materiali. Lo sport ha fatto convenzione con le palestre per fare attività motoria». Chiude Marcon, del Csv: «Abbiamo un form di Google per chi vuole fornire beni, alloggi o fare del volontariato. Ma tutto deve far capo alla Prefettura. Intanto raccogliamo le proposte di chi vuole fare di tutto, dalle attività scolastiche all'interpretariato alle attività ludiche».
Mauro Giacon
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Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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