Padova. Processo Montisci, spuntano dei messaggi di inviti a cena con l'ex dg della sanità Domenico Mantoan

Sabato 5 Novembre 2022 di Marco Aldighieri
Continua il processo Montisci

PADOVA - Il processo legato alla morte di Cesare Tiveron, con imputato il professore Massimo Montisci ex direttore dell'Unità operativa di Medicina legale, sta entrando nel vivo. Ieri, davanti al giudice del Tribunale monocratico Mariella Fino, il docente non era presente. Il dibattimento ha avuto una accelerazione quando il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ha fatto mettere agli atti due messaggini Whatsapp. L'obiettivo della Procura è dimostrare come esista un forte legame di amicizia tra Montisci e Domenico Mantoan, che all'epoca dell'incidente mortale costato la vita allo scooterista di 72 anni era il direttore generale della Sanità veneta. Il primo Whatsapp è stato spedito nel marzo del 2018 da un noto medico padovano al professore Montisci, lo invitava insieme ad altri ad una cena nel locale Q bar di vicolo dei Dotto in pieno centro storico. Tra gli invitati c'era appunto Mantoan. Ma i nomi degli altri invitati è stato fatto in aula dall'avvocato della difesa, Emanuele Fragasso, perchè vuole sentirli per appurare se erano andati o meno alla cena organizzata dal medico. Si tratta dell'attuale procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, del direttore generale della Sanità veneta Luciano Flor. Quindi di due ex comandanti provinciali della Guardia di Finanza come Ivano Maccani e Gavino Putzu. Infine del cardiochirurgo di fama internazionale Gino Gerosa e di un agente segreto, attualmente indagato dalla Procura di Vicenza per il reato di divulgazione del segreto istruttorio.

Secondo gli inquirenti berici il colonnello, questo è il suo grado, avrebbe rivelato a Mantoan di essere intercettato in un'indagine segreta della Procura di Padova.

Ma è il secondo Whatsapp, messo agli atti sempre dal pm, su cui punta molto la Procura. Anche in questo caso un uomo, sempre nel 2018, ha spedito un messaggino al professor Montisci chiedendogli di organizzare una cena con Mantoan. Per gli inquirenti è la prova dello stretto legame tra il medico legale e l'ex capo della Sanità veneta. Ieri poi ha testimoniato il consulente tecnico nominato dalla difesa. Questo è il risultato raggiunto: Tiveron, in sella al suo scooter, si era accorto dell'ostacolo e ha frenato, ma non fino in fondo perchè dopo è stato colto da un malore. Montisci è finito alla sbarra per i reati di favoreggiamento, depistaggio, falso ideologico e truffa aggravata. Tiveron il 13 settembre del 2016 in via Gattamelata, davanti alla sede dello Iov, in sella al suo scooter ha impattato contro la Fiat Bravo di proprietà della Regione, guidata da Giorgio Angelo Faccini (patteggiò un anno e due mesi) e con a bordo Domenico Mantoan. L'autopsia sul corpo del 72enne è stata eseguita da Montisci che ha messo in luce come la causa del decesso del pensionato non fosse stata la diretta conseguenza dell'incidente stradale, ma un infarto antecedente all'urto con la macchina. Insomma, il consulente della difesa ha sposato la tesi del docente. Ed è qui che la Procura ha contestato al professore universitario il favoreggiamento nei confronti dell'autista Faccini. Ma c'è di più, perché è stato accusato anche di depistaggio: avrebbe ostacolato l'indagine per il delitto di omicidio stradale, affermando il falso sulle cause della morte di Tiveron. Infine per l'accusa Montisci si sarebbe accreditato per eseguire l'autopsia sul 72enne con l'unico scopo di favorire proprio Mantoan. La prossima udienza è stata fissata per il 21 di novembre.

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