Parroco tifoso con la bandiera sul campanile: «L'ho fatto per avvicinare i giovani»

Sabato 8 Maggio 2021 di Nicoletta Cozza - Nicola Benvenuti
Il campanile

PADOVA - Lukaku e Lautaro Martinez hanno fatto volare il suo cuore in alto, molto in alto, addirittura in cima al campanile dove non ha avuto esitazioni ad appendere lo stendardo nerazzurro per far capire a tutti i fedeli, milanisti e juventini in primis, la sua gioia per il trionfo di Antonio Conte. Tifo e religione, quindi, un connubio insolito per un paesino della Bassa Padovana dove il sagrato somiglia ora a un angolo della Boca a Buenos Aires. Certo, cambiano i colori, non gialloblu, ma nerazzurri, però l'iniziativa del parroco ricorda il pathos sudamericano per il pallone, senza limiti di luoghi, o di ruoli.
Don Giampaolo Assiso, 53 anni, nominato parroco in autunno, era arrivato ad Anguillara a piedi, al termine di un lungo pellegrinaggio iniziato dall'Altopiano di Asiago. E con altrettanta originalità, dopo che il campo e la matematica hanno designato la squadra vincitrice del campionato, è salito sulla torre campanaria di Sant'Andrea per appendere la bandiera a strisce nere e azzurre, all'insegna dello slogan «Abbasso il Covid-19, evviva l'Inter al 19. scudetto».
A spingerlo fin lassù, come confessa lui stesso, è stato un giovane altrettanto felice che la compagine milanese sia arrivata prima. «Giovedì pomeriggio - racconta il prelato - me l'ha proposto un ragazzo e, senza pensarci troppo, siamo andati ad attaccare il vessillo dell'Inter sul campanile. É solo una bandiera che svolazza per qualche giorno, per festeggiare la conquista dello scudetto dopo tanto tempo: nel 2010, anno del triplete, io ero missionario in Ecuador e quindi avevo dovuto festeggiare da solo».



LE MOTIVAZIONI
Per don Assiso, però, l'appeal del calcio diventa lo strumento per stringere contatti con i giovani della comunità parrocchiale, che non sempre si avvicinano alla chiesa. «Lo sport, o meglio il tifo, - ha aggiunto don Giampy - può diventare per un prete un ottimo spunto per fare una battuta, iniziare un dialogo con una persona sconosciuta, nella speranza di giungere alla fine a riflessioni più profonde, sulla Fede e i valori della vita. Pertanto, se io come parroco arrivato da poco devo agganciare i fedeli, per quale motivo non dovrei cominciare dagli amici interisti? Mi auguro che questo piccolo segno non dia fastidio a nessuno. Anzi, fin d'ora chiedo scusa perfino al campanile, ma lo faccio per rispetto: la bandiera resterà per poco tempo, mentre la torre campanaria rimarrà lì come da decenni, segno della nostra solida fede in Gesù Cristo».

LE REAZIONI
E infatti l'iniziativa è piaciuta moltissimo a chi condivide la fede nerazzurra o anti juventina, però un po' meno a chi come lui indossa la tonaca. «Lo amo - ha esclamato Diego Bonavina, assessore della giunta-Giordani, ex calciatore professionista e supporter della squadra capitanata da Handanovic - e domenica andrò a messa ad Anguillara. Don Giampaolo ha tutto il mio sostegno e la sua iniziativa è positiva. Da 9 anni i sostenitori bianconeri si sono accaparrati tutto e adesso la vittoria dell'Inter ha scatenato gli altri: è molto bello, quindi, che sul campanile sventoli la bandiera nerazzurra».
«È un gesto simpatico - ha aggiunto il deputato Filippo Ascierto - e don Giampaolo mi vedrà sui banchi della sua parrocchia. È un esempio da copiare: gli altri parroci hanno mai fatto nulla del genere negli ultimi anni e li capisco essendoci di mezzo la Juve Scherzi a parte, credo che sia un buon sistema per portare i giovani in chiesa». Non troppo entusiasta è don Cesare Contarini, rettore dell'Istituto Barbarigo, milanista. «Nel mio ufficio ci sono oggetti che testimoniano che sono un supporter rossonero - ha commentato - ma trovo questo un gesto che divide le tifoserie, che io non avrei mai fatto se non per sostenere gli azzurri, o un campione del mondo di ciclismo. E mi permetto di dubitare che possa avere significativi effetti pastorali».
 

Ultimo aggiornamento: 17:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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