Basket in lutto, morto Bonetto: fu il primo petrarchino a giocare in nazionale

Sabato 29 Giugno 2019 di Alberto Zuccato
Justo Bonetto
PADOVA - A 81 anni, compiuti pochi giorni fa, è mancato Justo Bonetto, uno dei migliori giocatori padovani di pallacanestro di sempre. Esordì con il Petrarca, in serie C, nel 1956, giocando a fianco del fratello maggiore Leo, ancora sul campetto all’aperto del Tre Pini. Anche trascinato da Justo, il Petrarca in tre anni arrivò per la prima volta nella sua storia, in serie A. Era la squadra di Pino Stefanelli, Alberto Tonzig, Cesco Varotto, Piero Peraro, Fredy Bidoli, allenata da Franco Flamini. Di quella formazione Justo era il miglior attaccante: secondo nella classifica dei  marcatori nel campionato 1960-61, terzo in quello successivo. In precedenza, nel 1959, aveva debuttato in nazionale – primo del Petrarca a vestire la maglia azzurra – e vinto la medaglia d’argento alle Universiadi. Petrarca che era l’unica società di serie A composta da tutti giocatori dilettanti. 

“A dire il vero – ricordava sorridendo Justo – a me, sottobanco, il presidente Bruno Pollazzi sganciava un milione di lire all’anno. Ma alla Virtus Bologna mi avrebbero dato un vero stipendio e mi decisi ad accettare la loro proposta. Diventando di fatto, il primo cestista padovano professionista”. A Bologna Justo Bonetto rimarrà per quattro campionati, arrivando sempre terzo, perché in quel periodo lo scudetto era un affare a due tra l’Ignis Varese e la Simmenthal Milano. Nel frattempo Justo si era laureato in chimica (e lo studio, che ha sempre messo al primo posto, gli ha forse impedito di partecipare alle Olimpiadi del 1960, a Roma), ma voleva anche continuare a giocare e concluderà la carriera tre anni più tardi a Siena. Tornato a Padova, si afferma nel lavoro come consulente nel settore alimentare ed ecologico, attività che negli ultimi anni ha portato avanti con il figlio maggiore Gherardo, a sua volta ottimo giocatore di basket con la maglia del Petrarca. Questo sport per la sua famiglia è più che una passione, è una sorta di contagio: anche gli altri due suoi figli, Jacopo e Tommaso calcano i campi e la terza generazione di Bonetto è tuttora protagonista, con Giovanni, il figlio di Gherardo che gioca con il Bam di Abano e Montegrotto. “Eravamo amici da più di sessant’anni – dice con la voce rotta dall’emozione, Pino Stefanelli - Justo è stato la persona più simpatica che ho conosciuto in vita mia. Saggio, intelligente, genuino, ma soprattutto tanto simpatico. Aveva grandi doti di comunicazione: è stato un campione nello sport e anche nella vita”. “Fino a due mesi fa – dice il figlio Gherardo – stava benone. Continuava a viaggiare, a lavorare, a uscire con gli amici. Aveva anche superato abbastanza bene il dolore per la scomparsa, lo scorso ottobre, di Giuliana, la nostra mamma. Poi quel problema a un rene, asintomatico, e individuato quando ormai non c’era più niente da fare. E’ rimasto lucido fino all’ultimo”. Gli organizzatori degli Oscar del Basket padovano avevano deciso di assegnargli il riconoscimento alla carriera: purtroppo non hanno fatto in tempo. Le esequie di Justo Bonetto si celebreranno questa mattina alle 10 nella chiesa del Carmine.
Alberto Zuccato
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