Lavoro, a Padova mancano 350 "sarti": caccia ai giovani per il settore tessile-abbigliamento

Domenica 28 Gennaio 2024 di Alberto Degan
Lavoro, a Padova mancano 350 "sarti": caccia ai giovani per il settore tessile-abbigliamento - Foto di Julita da Pixabay

PADOVA - «Offrire sempre di più e in tempi assurdi» è diventato, ormai, il nuovo leitmotiv del comparto moda. La conseguenza diretta di questo nuovo trend lavorativo, secondo quanto segnala Confartigianato Padova, è il rischio del lavoro in nero.

E intanto c'è anche un ulteriore problema: la difficoltà di trovare nuove figure professionali.

«Gli artigiani vogliono continuare ad essere alfieri del made in Italy - commenta Katia Pizzocaro, presidente del sistema moda di Confartigianato Imprese Padova -, rispettando tutte le regole del gioco. Questo significa mantenere alta la qualità, utilizzando i giusti tempi di realizzazione, continuando a formare personale competente per mantenere risultati straordinari ed apprezzati in tutto il mondo».


I NUMERI
Grazie ad una recente ricerca effettuata da SdV per Confartigianato Imprese Padova è possibile avere un chiaro spaccato di quello che è il comparto al giorno d'oggi: nella nostra provincia operano 4.800 aziende appartenenti al comparto per un fatturato superiore ai 3 miliardi di euro. Il settore numericamente più significativo è il tessile-abbigliamento che riunisce il 77,5% delle aziende e realizza il 57,8% del fatturato complessivo (1,8 miliardi di euro). Segue il comparto calzaturiero che raggruppa il 9,8% delle imprese, producendo quasi il 40% del fatturato (1,2 miliardi). I sarti, nella provincia, sono 361 e realizzano l'1,7% del fatturato, mentre le pulitintolavanderie ammontano a 247 per un fatturato pari all'1,3% del totale.
Sono le aziende con meno di 100 dipendenti, inoltre, a registrare il 76% del fatturato, mentre dal punto di vista geografico, la cintura urbana è la zona dove risiedono le aziende che costruiscono la maggior quota di fatturato sul totale (il 27,7%).


IL NODO
Il dato che balza all'occhio, nonostante ciò, è proprio quello del reperimento delle maestranze: secondo l'indagine Excelsior di Unioncamere-Anpal, il comparto moda, in provincia di Padova, ha cercato, nel 2023, 750 figure professionali, trovandone solo la metà. «Il nostro obiettivo è raccontare ai giovani il valore del nostro lavoro e il grande privilegio di operare in un comparto che è apprezzato a livello internazionale. Parliamo di un settore - precisa Pizzocaro - che ha dimostrato una straordinaria capacità di resilienza: si è risollevato pur essendo tra i comparti più colpiti dagli effetti del Covid».


IL CAMBIAMENTO
Il settore, infatti, grazie ad una produzione di alto livello, sta attraversando un processo di crescita anche attraverso processi di digitalizzazione: due aziende su tre utilizzano i social network, più della metà possiede un proprio sito web, circa il 40% utilizza un software gestionale e 1 azienda su 5 utilizza anche l'e-commerce per vendere i propri prodotti. Non solo: il 36,6% delle imprese del settore ha attuato o intende attuare a breve termine azioni sostenibili a livello ambientale, mettendo in atto la doppia transizione, che coniuga sostenibilità e digitalizzazione. All'appello, però, manca ancora qualcosa: «Quello che manca, e su cui siamo impegnati con le nostre azioni sindacali - conclude Pizzocaro - è una riforma dei reati in materia di lavoro nero e contraffazione nel sistema moda».A

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci