Il "padrone" si difende: «La mia ex
era felice di essere una "schiava"»

Giovedì 30 Agosto 2012 di Lorena Levorato
La donna accusa l'ex di maltrattamenti e stalking (foto archivio)
PADOVA - Sono arrabbiato perch mi ha lasciato portandosi via nostro figlio, ma non la odio, non potrei mai odiarla!. Cos il "padrone" parla della sua "schiava" che da 11 mesi se n' andata di casa insieme al bimbo di 4 anni.



E con la separazione si è anche "rotto" quel "Contratto di schiavitù, consensuale a tempo indeterminato" che l’uomo e la donna avevano firmato nel 2004 e che ha regolato la loro vita di coppia per 7 anni. Lui, 42 anni padovano residente in un Comune della cintura, un diploma di perito informatico e gestore per anni di alcuni locali; lei, di dieci anni più giovane, veronese e commessa in un supermercato. «Non siamo mai stati sposati - racconta l’uomo nella sua casa -, anche se io l'avevo chiesto, ma lei si è rifiutata. Ma abbiamo avuto un figlio, che oggi ha quattro anni: un bambino voluto, cercato e amato. E adesso, da maggio non me lo fa più vedere».



Il quarantaduenne parla della sua storia d’amore sicuramente particolare. «Il 23 maggio del 2003 l'ho conosciuta nel supermercato dove lavorava. Io facevo il vigilantes. Ci siamo piaciuti e ho subito messo in chiaro quali sono le mie preferenze sessuali: mi piace dominare e soddisfare la mia compagna. Ma voglio chiarire un punto: la violenza in tutto questo non c’entra assolutamente. A fondamento di tutto c'è stato sempre e solo la consensualità del rapporto sessuale. L'ho scelta come mia compagna di vita anche perché lei accettava e condivideva i miei gusti sessuali».



Insomma, per questa coppia non c’era nulla di strano in quel "contratto di schiavitù". Almeno finché la convivenza è finita, a settembre dell'anno scorso, quando la "schiava" ha preso suo figlio e le sue cose e se n'è andata di casa. Ma il famoso contratto non ha nulla a che fare con la rottura. «È finita per motivi economici - dice lui - quando ho scoperto che mancavano soldi sul conto corrente in banca e lei non mi ha dato spiegazioni».



La donna, invece, ai carabinieri, ha parlato di maltrattamenti e molestie. «Dopo il terremoto di maggio, il giorno seguente l'ho ripetutamente chiamata per sapere come stava mio figlio e lei non mi ha nemmeno risposto. Poi mi sono beccato una denuncia per stalking». E la "schiava" ha prodotto come prova il "contratto" basato su dieci articoli. «Contratto che abbiamo scritto e modificato insieme - sottolinea l’uomo -. E poi firmato: prima lei e poi io». Il "padrone" accende il computer e mostra alcune foto che ritraggono la sua compagna in versione "schiava" agganciata in un groviglio di corde. Ma nulla di scandaloso. L’uomo, maestro cordaio, si siede sul termosifone sotto la finestra e spiega che quell'immagine «è stata scattata durante l'esibizione fatta un anno fa nella piazza davanti al municipio di Padova». Gli stessi grovigli di corde che poi venivano usati nei giochi erotici. «Certo, e la mia sessualità non l'ho mai nascosta e non me ne vergogno - continua -. Il rapporto sessuale dev'essere sano, sicuro e consensuale». E racconta come, durante la convivenza, non siano mancati incontri a tre, durante i quali lui, nella sua veste di "padrone", filmava la "schiava" mentre si intratteneva con altri. Gli "agganci", spesso, avvenivano tramite Internet dal suo profilo facebook, dove appare mascherato con il passamontagna e gli "strumenti" di dominio. «Attraverso un nickname (pseudonimo, ndr) venivo contattato e cercavo contatti - conferma l'uomo - e la stessa cosa faceva lei. Non l'ho certo costretta o manipolata come invece sostiene».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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