MONSELICE (PADOVA) - La caldaia del nido comunale è fuori uso da quasi un mese: esplode la rabbia dei genitori. L’assessore al sociale Francesca Fama non ha più pazienza: «Domani incontreremo la cooperativa che gestisce la struttura. Da contratto, la sostituzione della caldaia spetta a loro». Tornano alla ribalta i problemi che da tempo affliggono il nido di via Carrubbio: a preoccupare ora è l’impianto centralizzato di riscaldamento. Il primo guasto, che sembrava risolto, si era verificato a metà febbraio. Dopo l’intervento dei tecnici, che pareva risolutivo, due settimane fa la caldaia è andata nuovamente in blocco e pare non ci sia alcuna possibilità di ripararla.
Bimbi al freddo, la rabbia dei genitori
A rendere pubblica la vicenda sui social è la mamma di un bimbo che frequenta il nido: «I bambini sono al freddo e con l’acqua ghiacciata.
La scuola
Il nido comunale Papa Giovanni Paolo II è gestito da quest’anno scolastico dalla cooperativa di Casoria (Na) "Raggio di sole", che ha in concessione analoghe strutture nel territorio. L’assessore al sociale Francesca Fama fa il punto della situazione: «Al manifestarsi del guasto, abbiamo avvisato i genitori e sono state installate delle pompe di calore, che funzionano giorno e notte. I bambini non hanno freddo, anche se manca l’acqua calda. La caldaia è da sostituire e la cooperativa ha già chiesto dei preventivi». La spesa oscilla tra i 40mila e i 60mila euro, cifra che il gestore non vorrebbe sostenere. «C’è un contratto - prosegue l’assessore - Fatta eccezione per le opere murarie, la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’asilo nido spetta al concessionario. Sono loro che devono assumersi l’onere di acquistare la nuova caldaia. Mi hanno replicato che è da soli sei mesi che sono qui e che l'importo è troppo alto. A questo punto, mi chiedo se prima di prendere in gestione la struttura abbiano effettuato dei sopralluoghi adeguati». Domani mattina, l’assessore e i responsabili degli uffici comunali competenti incontreranno il rappresentante della cooperativa per provare a trovare una soluzione ma, se le cose dovessero mettersi male, il Comune avrà a disposizione l’arma della risoluzione anticipata del contratto e l’escussione della fideiussione che la coop ha prestato.